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12 maggio 2022

Andamento gestionale al 31 marzo 2022 - Obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050

Quantità vendute in aumento del 2,9% nel settore cemento e del 6,0% nel settore calcestruzzo preconfezionato

Andamento favorevole dei volumi in Europa Centrale, Europa Orientale (Polonia e Repubblica Ceca) e in Stati Uniti, mentre l’Italia mostra un rallentamento

Diminuzione delle vendite in Russia e soprattutto in Ucraina, con la sospensione dell’attività produttiva e commerciale da fine febbraio, a causa del conflitto

Prezzi di vendita in deciso aumento in tutti i mercati di presenza al fine di compensare l’inflazione delle materie prime e dei fattori energetici

Ricavi netti consolidati nel primo trimestre pari a 800 milioni (nel 2021: 683 milioni) 
 

Dati Consolidati   Gen-Mar 2022 Gen-Mar 2021 22/21
Vendite di cemento  t/000 6.363 6.186 +2,9%
Vendite di calcestruzzo m3/000  2.693 2.542 +6,0%
Ricavi netti €/m 800,1 682,6 +17,2%
    Mar 22 Dic 21 Var.
Posizione finanziaria netta €/m 28 236 (207)

 

l Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per esaminare sinteticamente l’andamento economico del primo trimestre 2022 e la posizione finanziaria netta alla fine del periodo.

Durante i primi tre mesi del 2022, i volumi di vendita realizzati dal gruppo hanno espresso una dinamica complessivamente positiva, determinata soprattutto dal deciso progresso registrato in Europa Centrale e nei paesi dell’Europa Orientale appartenenti alla Unione Europea (Polonia e Repubblica Ceca), che è stato in parte agevolato dal clima più favorevole rispetto al 2021. Negli Stati Uniti la domanda si è confermata solida mentre in Italia le consegne hanno mostrato un rallentamento.  La Russia ha patito per la frenata degli investimenti in costruzioni, probabilmente già dovuta ai primi impatti delle sanzioni sull’economia del paese. In Ucraina, invece, lo scoppio del conflitto armato ha reso necessaria la sospensione dell’attività produttiva e commerciale a partire da fine febbraio. Tali dinamiche hanno permesso ai volumi di vendita realizzati dal gruppo nei primi tre mesi del 2022 di superare il livello espresso nello stesso periodo del 2021, sia nel cemento (+2,9%) che nel calcestruzzo (+6,0%). 

In avvio d’anno l’attività economica globale ha mostrato alcuni segnali di rallentamento, causati dalla variante Omicron del coronavirus, che ha portato all’introduzione di nuove misure restrittive, e, successivamente, dalle crescenti tensioni geopolitiche culminate con la decisione della Russia di intraprendere una operazione militare in Ucraina. In tale contesto, l’inflazione ha continuato a salire a un ritmo sostenuto, alimentata dai rialzi dei prezzi delle materie prime, dalle strozzature nelle catene di approvvigionamento su scala globale e, in particolare negli Stati Uniti, dalla ripresa della domanda di beni e servizi. In seguito al conflitto apertosi in Ucraina, numerosi paesi, fra cui Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito, hanno risposto varando un pacchetto di sanzioni severe e senza precedenti, volte a penalizzare fortemente l’economia russa. Tali misure sanzionatorie hanno causato una significativa volatilità sui mercati finanziari globali e una ulteriore spinta al rialzo dei prezzi delle materie prime, energetiche in particolare, delle quali la Russia è fra i principali produttori a livello mondiale. In tale contesto, sono state riviste al ribasso le previsioni sulla crescita del PIL mondiale e degli scambi internazionali, che per il 2022 sono stimati rispettivamente al +3,6% e +5,0%. Sulla revisione pesano le conseguenze del conflitto in Ucraina, che coinvolge direttamente due paesi fra i principali produttori mondiali di materie prime (energetiche, alimentari) e metalli. La prolungata scarsità di tali input potrebbe scatenare un ulteriore rialzo dei prezzi e la conseguente frenata della produzione industriale su scala globale. 
In Stati Uniti, la forte ripresa della domanda ha continuato ad accrescere l’inflazione che in febbraio ha raggiunto il 7,9%, il livello più alto negli ultimi quarant’anni. Sul dato hanno impattato i rincari degli autoveicoli, degli uffici e dei beni energetici. Tali dinamiche, oltre a decisioni di politica monetaria gradualmente più restrittive, hanno portato a rivedere al ribasso le previsioni macro-economiche per l’anno in corso. 
Nell’area euro, l’attività economica si sarebbe indebolita nel corso dei primi mesi dell’anno, principalmente a causa delle tensioni connesse allo scontro Russia - Ucraina, che hanno provocato ulteriori pressioni inflazionistiche sulle materie prime energetiche e ostacolato nuovamente le catene di approvvigionamento delle imprese. Nonostante la forte domanda, l’attività manifatturiera è rimasta pressoché stabile in avvio d’anno, risentendo dei rincari dell’energia e delle strozzature all’offerta di beni intermedi, mentre il settore delle costruzioni ha continuato a beneficiare del buon livello di attività, in particolare nel comparto residenziale. L’inflazione ha raggiunto a marzo il 7,5%, il massimo dall’avvio dell’unione monetaria. In tale contesto, le previsioni sull’evoluzione del PIL per l’anno in corso indicano che la crescita dovrebbe essere pari al 2,8%, in netto ribasso rispetto alle stime precedenti. 
In Italia, l’economia ha rallentato nel corso del primo trimestre del 2022, frenata dalla stasi dei consumi delle famiglie, dovuta alla diffusione della variante Omicron e alla conseguente risalita dei contagi, dall’incremento dei costi energetici e, a partire da fine febbraio, dagli effetti del conflitto in Ucraina. La produzione industriale, nei primi tre mesi del 2022, avrebbe rallentato (-2% sul periodo precedente). Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, le indicazioni per il 2022 si confermano generalmente positive, grazie agli incentivi governativi sul rinnovo residenziale e alla ripresa degli investimenti pubblici in infrastrutture. Tuttavia, l’attuale fase congiunturale sta amplificando alcuni rischi al ribasso che potrebbero pesare sulla dinamica di crescita del settore, fra cui l’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia e delle materie prime, oltre al reperimento delle stesse. In tale contesto, le previsioni di crescita del PIL sono state recentemente riviste al ribasso: per il 2022, si stima che l’economia possa espandersi del 2,3%. 
Per quando riguarda le economie emergenti, in Cina la diffusione della variante Omicron ha portato a ripetute restrizioni alla mobilità e all’attività produttiva e ha pesato sulla domanda domestica. In Russia, le rigide sanzioni commerciali provocheranno un significativo impatto sull’economia, prevista contrarsi del 8,5% nel 2022. In Messico, la leggera revisione al ribasso delle prospettive in Stati Uniti potrebbe avere un impatto negativo sulla produzione industriale e sulle esportazioni, mentre in Brasile, le pressioni inflazionistiche e l’inasprimento delle politiche monetarie potrebbero rallentare la domanda interna. 
Dopo lo scoppio del conflitto fra Ucraina e Russia, i prezzi del petrolio e del gas naturale hanno toccato record storici, riflettendo sia il rischio di riduzione delle esportazioni della Russia, a causa delle sanzioni, sia le decisioni di alcuni operatori pubblici e privati di porre fine agli acquisti da controparti russe. La Federal Reserve, in risposta all’elevata inflazione, ha dato inizio al progressivo aumento dei tassi di interesse, mentre la BCE ha rivisto il programma di acquisto titoli per il 2022 e ha annunciato che i tassi di interesse saranno modificati in maniera graduale, al fine di perseguire la stabilità finanziaria e dei prezzi. Nei paesi emergenti, il Brasile ha deciso di continuare a perseguire una politica monetaria restrittiva al fine di controllare l’elevata inflazione, mentre in Russia, per evitare la fuga di capitali, la banca centrale ha aumentato i tassi di interesse e ha introdotto severi controlli sui movimenti. 

Le vendite di cemento e clinker del gruppo, nel primo trimestre del 2022, si sono attestate a 6,4 milioni di tonnellate, in aumento del 2,9% rispetto al precedente esercizio. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso a quota 2,7 milioni di metri cubi, in aumento del  6,0%. L’effetto prezzi in valuta locale ha mostrato un andamento molto favorevole in pressoché tutti i mercati di presenza. 
Il fatturato consolidato è stato pari a 800,1 milioni, in aumento del 17,2% rispetto ai 682,6 milioni nel 2021. Le variazioni nei tassi di cambio hanno inciso positivamente per 18,5 milioni. A parità di perimetro e cambi costanti, il fatturato sarebbe aumentato del 14,5%.

La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.    

milioni di euro Gen-Mar 2022 Gen-Mar2021 ∆ % ∆ % lfl
Italia 163,3 138,5 +17,9 +17,9
Stati Uniti d'America 301,9 261,3 +15,5 +7,6
Germania 175,4 147,2 +19,2 +19,2
Lussemburgo e Paesi Bassi 52,0 43,7 +18,8 +19,5
Rep. Ceca e Slovacchia 37,3 28,0 +33,4 +26,7
Polonia 29,2 17,6 +65,2 +68,0
Ucraina 13,1 16,3 -19,8 -23,2
Russia 38,2 37,6 +1,4 +12,7
Elisioni (10,3) (7,6)    
  800,1 682,6 +17,2 +14,5

               
La posizione finanziaria netta a fine periodo, che comprende anche le attività finanziarie a lungo termine, risulta positiva e ammonta a 28,4 milioni, contro i 235,5 milioni di fine 2021. Nel primo trimestre sono stati destinati circa 123 milioni all’acquisto di azioni proprie sul mercato e sostenute spese in conto capitale pari a complessivi 61,9 milioni (46,2 milioni il corrispondente valore nel 2021). L’indebitamento netto è passato da 16,8 milioni a fine 2021 a 237,9 milioni al 31 Marzo 2022. 

Italia
Le vendite di leganti idraulici e clinker si sono attestate a un livello inferiore rispetto a quanto raggiunto nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Il buon andamento delle esportazioni non è riuscito a compensare la contrazione dei volumi sul mercato domestico, in parte dovuta alle incertezze legate all’impennata delle materie prime. La variazione negativa dei volumi di vendita nel settore del calcestruzzo preconfezionato, invece, è stata meno evidente. Il miglioramento dei prezzi di vendita, sia nel cemento che nel calcestruzzo, è stato particolarmente positivo ma in grado di compensare solo parzialmente l’aumento dei costi di produzione. 
Nel complesso, il fatturato è aumentato del 17,9%, passando da 138,5 a 163,3 milioni.

Stati Uniti d’America
Le quantità vendute di cemento, grazie all’elevato livello di attività nel settore delle costruzioni, hanno mostrato un andamento positivo, chiudendo in rialzo rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. I prezzi di vendita in valuta locale, sospinti dalla vivacità della domanda e dall’aumento dei costi energetici, combustibili in particolare, hanno mostrato un buon miglioramento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, ha rallentato in modo sensibile, penalizzata soprattutto dalla carenza di personale addetto alla distribuzione. Anche in questo settore d’attività i prezzi di vendita hanno espresso una buona crescita. 
Il fatturato complessivo si è attestato a 301,9 milioni di euro, in aumento del 15,5% rispetto ai 261,3 milioni realizzati nello stesso periodo del 2021. Il rafforzamento del dollaro (+6,9%) ha influenzato la traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 7,6%.

Europa Centrale
In Germania, i volumi di vendita hanno mostrato uno sviluppo decisamente positivo, grazie sia al buon livello di attività nel settore delle costruzioni sia all’agevole confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso, penalizzato dalle avverse condizioni meteo. Anche i prezzi di vendita si sono rafforzati. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, al netto di un leggero rallentamento nel mese di marzo, ha chiuso il primo trimestre con volumi in progresso e prezzi anch’essi in crescita. 
Il fatturato totale è cresciuto del 19,2%, attestandosi a 175,4 milioni (147,2 milioni nel 2021). 

In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento, comprese le esportazioni, hanno chiuso il primo trimestre in buon progresso, principalmente sostenute dalla solidità della domanda e favorite dal confronto con lo stesso periodo del 2021 quando le condizioni meteo non ottimali avevano rallentato le spedizioni in gennaio e febbraio. I prezzi di vendita hanno mostrato un deciso aumento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha registrato una crescita ancor più evidente, con prezzi anch’essi in miglioramento. 
Il fatturato si è attestato a 52,0 milioni, in aumento del 18,8% rispetto al 2021 (43,7 milioni).

Europa Orientale
In Repubblica Ceca, i volumi di vendita hanno mostrato un netto progresso, grazie al buon livello di attività nel comparto delle costruzioni e al confronto con lo stesso periodo dello scorso esercizio, particolarmente penalizzato dal clima avverso e dalla recrudescenza dei contagi. Anche i prezzi di vendita hanno registrato un deciso incremento. Nel settore del calcestruzzo preconfezionato, Slovacchia compresa, l’andamento delle produzioni è stato ancor più positivo, con prezzi in netto aumento. 
Il fatturato, aiutato dall’apprezzamento della corona ceca (+5,4%), si è attestato a 37,3 milioni, in aumento del 33,4% rispetto a quanto raggiunto nel 2021 (28,0 milioni). A parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 26,7%.

In Polonia, il positivo sviluppo dell’attività nel comparto delle costruzioni si è confermato anche durante il primo trimestre dell’anno in corso e ha permesso ai nostri volumi di vendita di chiudere in significativo aumento. Tuttavia, occorre ricordare che lo stesso periodo del 2021 era stato caratterizzato da condizioni meteo avverse e da una stasi della domanda. I prezzi di vendita hanno mostrato un solido incremento. Tali andamenti si sono riflessi anche nella produzione di calcestruzzo preconfezionato che ha decisamente migliorato il livello raggiunto nel 2021, con prezzi di vendita anch’essi in aumento.  
Il fatturato, nonostante la svalutazione dello zloty polacco (-1,7%), è passato da 17,6 a 29,2 milioni di euro (+65,2%). A parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 68,0%.

In Ucraina, i primi due mesi dell’anno sono stati soddisfacenti, caratterizzati da una crescita degli investimenti in costruzioni e quindi delle vendite sia nel cemento che nel calcestruzzo preconfezionato. Sfortunatamente a fine febbraio, con l’inizio del conflitto militare intrapreso dalla Russia, siamo stati costretti a sospendere quasi completamente l’attività di produzione e commerciale in entrambi i nostri stabilimenti. I prezzi di vendita, in valuta locale, sono nettamente aumentati, al traino dell’inflazione.
Il fatturato si è attestato a quota 13,1 milioni di euro, in diminuzione del 19,8% (16,3 milioni nel 2021). L’apprezzamento della valuta locale (+4,2%) ha avuto un impatto favorevole sulla traduzione in euro dei risultati; a parità di cambio il fatturato sarebbe diminuito del 23,2%.

In Russia, le sanzioni internazionali stabilite da Stati Uniti e Unione Europea in risposta ai combattimenti in Ucraina, hanno portato, dal mese di marzo, a una significativa revisione delle prospettive di crescita del paese, con effetti, ancora limitati nel primo trimestre, sulla domanda dei materiali da costruzione. In tale contesto, i volumi di vendita, dopo un avvio d’anno caratterizzato da una sostanziale stabilità, favorita anche dagli investimenti pubblici in infrastrutture, hanno decisamente rallentato in marzo, chiudendo il primo trimestre a un livello inferiore rispetto al 2021. Per contro, i prezzi di vendita sono migliorati. Gli effetti delle sanzioni internazionali, aventi tra gli obiettivi quello di penalizzare le esportazioni di idrocarburi, hanno frenato la domanda di cementi speciali “oil-well”.
I ricavi netti si sono attestati a 38,2 milioni di euro, in aumento del 1,4% rispetto ai 37,6 milioni realizzati nello stesso periodo del 2021. La significativa svalutazione del rublo (-11,1%) ha influenzato la traduzione dei risultati in euro; espresso in valuta locale il fatturato sarebbe aumentato del 12,7%.
A causa delle sanzioni imposte alla Russia da parte delle istituzioni europee, abbiamo deciso di cessare immediatamente qualsiasi coinvolgimento operativo nell’attività svolta dalla controllata OOO SLK Cement in Russia. Conseguentemente, saranno sospese ulteriori iniziative strategiche nel paese. 

Messico (valutazione al patrimonio netto)
L’attività economica, dopo il rallentamento registrato nel secondo semestre dello scorso esercizio, è tornata a crescere durante il primo trimestre del 2022. Nonostante un quadro epidemiologico ancora piuttosto incerto e le pressioni inflazionistiche, la tendenza generale della congiuntura è stata positiva, grazie all’aumento dei consumi interni e delle esportazioni, supportate dalla solidità dell’economia statunitense. Per l’intero 2022 si prospetta una crescita moderata del PIL, penalizzata dall’inflazione elevata e dalla debolezza degli investimenti, sia pubblici che privati. In tale contesto, le vendite di cemento della nostra collegata hanno iniziato l’esercizio con una variazione sfavorevole, penalizzate da un confronto non agevole con lo stesso periodo del 2021. Anche la produzione di calcestruzzo preconfezionato si è contratta.  I prezzi di vendita, invece, sono nettamente migliorati.
Con riferimento al 100% della collegata, i ricavi netti hanno raggiunto i 166,6 milioni di euro, in miglioramento del 3,7% rispetto a 160,7 milioni realizzati nel 2021. L’apprezzamento del peso messicano (+6,3%), ha inciso positivamente sulla conversione in euro. A parità di cambio, il fatturato sarebbe diminuito del 2,8%.

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Nel corso del primo trimestre si è manifestato un rallentamento generalizzato dell’economia e un inasprimento della politica monetaria, con l’obiettivo di controllare le pressioni sui prezzi. Ciononostante il livello di attività nel comparto delle costruzioni ha espresso una sostanziale stabilità, grazie alle iniziative governative a sostegno dell’edilizia residenziale e delle infrastrutture. I volumi di vendita della joint venture, beneficiando anche del contributo aggiuntivo delle cementerie ex-CRH acquisite in aprile 2021, hanno mostrato un deciso progresso, con prezzi di vendita in netto aumento. A parità di perimetro, tuttavia, i volumi di vendita si sarebbero contratti, penalizzati dal confronto con lo stesso periodo del 2021, che era stato particolarmente brillante. 
Il fatturato in euro, riferito al 100% della collegata, è aumentato del 89,9%, passando da 39,6 milioni nel 2021, a 75,2 milioni nel periodo in esame. L’apprezzamento del real brasiliano (+11,1%) ha influito positivamente sulla traduzione in euro; a parità di cambio e di perimetro il fatturato sarebbe diminuito del 1,4%.


Evoluzione prevedibile della gestione
Il primo trimestre è stato caratterizzato da elevata inflazione e perduranti difficoltà nel reperimento di materie prime e prodotti finiti, amplificate dalle tensioni geopolitiche in Est Europa. La crescita economica ha incominciato a rallentare, ma nelle nostre aree di presenza l’attività del settore costruzioni ha generalmente continuato a beneficiare del momento favorevole e si è confermata su buoni livelli. Per l’anno in corso, non escludiamo che gli attuali rischi al ribasso che gravano sulle prospettive di ripresa economica possano influenzare negativamente l’attività edilizia, specialmente nei paesi più vulnerabili a eventuali interruzioni delle forniture energetiche provenienti dalla Russia, come Italia, Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, riteniamo che la domanda possa comunque mantenere un andamento soddisfacente, sostenuta principalmente dalla componente residenziale. 
In un contesto caratterizzato dalle perduranti pressioni inflazionistiche, ulteriormente esacerbate dalle sanzioni internazionali verso individui, aziende e istituzioni della Russia, abbiamo adeguato e, se necessario, continueremo ad adeguare i nostri prezzi di vendita per far fronte all’incremento dei costi di materie prime ed energia, sempre con l’obiettivo di preservare al meglio le relazioni con la clientela. 
In Ucraina, in aprile, siamo stati in grado di riprendere l’attività produttiva e commerciale presso lo stabilimento di Volyn, nel nord-ovest del paese mentre presso lo stabilimento di Yug, situato a Nikolayev, nel sud, l’attività rimane al momento sospesa. 
In conclusione, considerando che il conflitto militare in Ucraina e le sue drammatiche conseguenze umane ed economiche difficilmente si esauriranno nel giro di pochi mesi, riteniamo per il momento ragionevole confermare l’evoluzione comunicata a fine marzo, ovvero per l’intero esercizio 2022 una possibile diminuzione del margine operativo lordo ricorrente di circa il 10% rispetto ai risultati record raggiunti nell’esercizio 2021.

 

Obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050
Buzzi Unicem, in linea con il suo costante impegno verso la sostenibilità e la creazione di valore per tutti gli stakeholder, annuncia la definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 e della neutralità carbonica al 2050. 
Il gruppo prevede entro il 2030 di ridurre le emissioni di CO2 (scope 1 net) al di sotto dei 500 Kg per tonnellata di materiale cementizio, corrispondente a una riduzione di circa il 20% rispetto al livello del 2021. Inoltre, in linea con quanto previsto dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, nonché dallo European Green Deal, si pone l’obiettivo al 2050 di produrre calcestruzzo con impatto nullo in termini di emissioni di CO2. 
Contestualmente, Buzzi Unicem annuncia che l’obiettivo al 2030 verrà sottoposto a validazione da parte di Science Based Target Initiative (SBTi), una partnership globale tra il Carbon Disclosure Project (CDP), il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il WWF, al fine di certificarne la coerenza con gli obiettivi contenuti nell’Accordo di Parigi. 
La Roadmap e i dettagli della strategia per la riduzione delle emissioni CO2 saranno presentati il 16 giugno 2022 e pubblicati sul sito buzziunicem.com. 


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Indicatori alternativi di performance
Buzzi Unicem utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili. Di seguito la definizione di quelli compresi nella presente informativa:

Posizione finanziaria netta: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine. Quindi, comprende tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle a esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati e i ratei.

Indebitamento netto: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine, e le attività finanziarie a breve termine. Quindi comprende tutte le passività, una parte delle attività fruttifere d’interesse e le voci collegate, quali gli strumenti finanziari derivati e i ratei. L’indicatore è conforme alla Comunicazione Consob n. 92543/2015 e agli orientamenti ESMA32-382-1138.


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Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.


Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Tel. +39 0142 416 404
Email: icolla@buzziunicem.it