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28 marzo 2019

Approvati i risultati dell'esercizio 2018

Margine operativo lordo in aumento del 13,6% a 577 milioni (+69 milioni). I miglioramenti ottenuti in Italia, altri Paesi Europei e Russia hanno bilanciato il calo della redditività operativa in Stati Uniti e le difficoltà del mercato in Ucraina

Sostanziale conferma del margine operativo lordo ricorrente (569 milioni, -8 milioni rispetto al 2017) e sensibile crescita del risultato operativo (+66 milioni), col venir meno della penalizzazione dovuta ai costi non ricorrenti nell’esercizio precedente

Indebitamento netto pari a 891 milioni (+28 milioni), dopo investimenti per 444 milioni, di cui 31 milioni per progetti di espansione, 45 milioni per l’acquisizione Seibel & Söhne in Germania e 161 milioni per l’accordo strategico con Grupo Ricardo Brennand in Brasile

Dividendo proposto: 12,5 centesimi per azione ordinaria e 14,9 centesimi per azione di risparmio (12 centesimi per azione ordinaria e 20,4 per azione di risparmio nel 2017)

 

Dati consolidati   2018 2017 %18/17
Vendite di leganti m ton 27,9 26,8 +4,3
Vendite di calcestruzzo m m3 12,1 12,3 -1,6
Fatturato €m 2.873,5 2.806,2 +2,4
Margine Operativo Lordo €m 577,2 508,2 +13,6
Margine Operativo Lordo ricorrente €m 568,5 576,4 -1,4
Utile netto €m 382,8 394,6 -3,0
Utile degli azionisti €m 382,1 391,6 -2,4
    Dic 18 Dic 17 Var.
Indebitamento netto €m  890,5 862,5 (28,0)

        

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei bilanci civilistico e consolidato dell’esercizio 2018.

Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 27,9 milioni di tonnellate di cemento (+4,3% rispetto al 2017) e 12,1 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (-1,6%). 
Nei vari mercati di presenza, l’esercizio 2018 è stato caratterizzato da condizioni operative differenziate tra loro.
In Italia l’espansione in atto dal secondo trimestre del 2014 si è interrotta nel trimestre estivo in seguito alla flessione della domanda interna ed al calo degli investimenti. Nei mesi autunnali la produzione industriale si è contratta e la dinamica dell’attività manifatturiera ha rallentato. Nel settore delle costruzioni, le aspettative di crescita sono state disattese per la flessione degli investimenti in opere pubbliche e sono emersi segnali di minore ottimismo circa l’evoluzione della domanda e dell’occupazione.
Per quanto riguarda le nazioni dell’Europa Centrale, l’attività economica, sebbene sostenuta da una solida espansione della domanda interna, ha rallentato, in parte a causa di fattori temporanei, ma anche per il deterioramento delle attese delle imprese e per la debolezza della domanda estera. Negli ultimi mesi dell’anno la produzione industriale ha subito una caduta superiore al previsto, in particolare in Germania, sia nella manifattura sia nei servizi, e le aspettative delle imprese sulle vendite all’estero sono peggiorate, in connessione con le più incerte prospettive del commercio internazionale. Il settore delle costruzioni, più dinamico ad inizio d’anno, ha successivamente rallentato, ma ha comunque chiuso l’esercizio in positivo.
Passando ai mercati dell’Europa Orientale, la Russia ha lievemente accelerato il tasso della ripresa, in progressivo recupero dal biennio recessivo del 2015-2016. La crescita è sostenuta dalla domanda interna e supportata dai progressi dei redditi disponibili e dal migliorato accesso al credito, che agevola i consumi e gli investimenti. Nonostante il recente deprezzamento del rublo, l’inflazione ha ulteriormente rallentato. L’interscambio con l’estero si è confermato positivo, sia per la robustezza delle esportazioni sia per il calo delle importazioni causato dalla debolezza del rublo. Gli investimenti in costruzioni, hanno manifestato un progressivo miglioramento, che ha influenzato positivamente anche la domanda di materiali edili. Il prolungamento del favorevole ciclo congiunturale in Polonia è stato sostenuto dalla domanda interna, grazie al crescente livello del reddito disponibile, disoccupazione ai minimi storici e crescente spesa sociale. Il valore degli investimenti in costruzioni, in particolare quelli pubblici, sospinti dal sempre elevato utilizzo dei fondi strutturali europei per infrastrutture, si è mantenuto complessivamente favorevole. In Repubblica Ceca e Slovacchia, lo sviluppo economico, sebbene in rallentamento rispetto alla brillante crescita dell’anno precedente, si è confermato molto soddisfacente. La domanda interna, insieme alla ripresa degli investimenti, ha continuato a sostenere lo sviluppo, mentre il rallentamento della domanda estera ha comportato un contributo negativo dell’interscambio netto. La fase favorevole degli investimenti in costruzioni è stata favorita dallo sviluppo degli impieghi pubblici cofinanziati dalla Unione Europea. In Ucraina, il ritmo della moderata ripresa, pure in miglioramento sull’anno precedente, rimane inadeguato per recuperare quanto perso durante la precedente crisi economica. Nonostante alcuni significativi miglioramenti apportati nei settori dell’energia e nel sistema bancario, gli sforzi per costruire un contesto economico più dinamico, aperto e competitivo sono stati condizionati dalle difficoltà di applicazione e dai ritardi nelle riforme. In questa situazione, gli investimenti nel settore delle costruzioni si sono indeboliti e si è ridotto il consumo di cemento nel Paese.
In Stati Uniti, la crescita del prodotto ha mantenuto uno sviluppo coerente anche nella parte finale dell’anno, assistita dalla stabile espansione dei consumi, dai progressi nel mercato del lavoro e dalla fiducia dei consumatori, in un contesto economico che ha iniziato a beneficiare della riduzione delle imposte e della crescente spesa pubblica. Gli investimenti nel settore delle costruzioni hanno confermato una moderata crescita (+0,5%) con stabilità nel comparto residenziale e variazione positiva nelle infrastrutture.
Il fatturato consolidato è aumentato di 2,4%, da 2.806,2 a 2.873,5 milioni; le variazioni di perimetro hanno avuto un effetto positivo di 52,9 milioni, mentre l’effetto cambio ha inciso sfavorevolmente per 74,3 milioni; a parità di condizioni il fatturato sarebbe aumentato del 3,2%.

Il margine operativo lordo si è attestato a 577,2 milioni, +13,6% rispetto a 508,2 milioni dell’anno precedente. L’effetto cambio è stato negativo per 21,1 milioni. Il dato dell’esercizio in esame comprende ricavi non ricorrenti netti per 8,7 milioni, di cui con segno positivo 17,2 milioni quale plusvalenza su cessione del ramo aziendale relativo alla produzione di calcestruzzo pronto all’uso in Stati Uniti, 5,4 milioni per rilascio fondo rischi antitrust, 3,9 milioni per indennizzi contrattuali, 1,7 milioni per rilascio fondo rischi legali, e con segno negativo 7,3 milioni per controversie fiscali, 3,9 milioni per controversie legali, 6,5 milioni per oneri di ristrutturazione e 1,8 milioni per altri costi. Nel 2017 si erano sostenuti costi non ricorrenti netti per 68,2 milioni. Escludendo le componenti non ricorrenti, il margine operativo lordo è passato da 576,4 a 568,5 milioni (-1,4%), con un’incidenza sul fatturato del 19,8% (20,5% nel 2017). Nel complesso, i miglioramenti ottenuti in Italia, rientrata finalmente in territorio positivo, Europa Centrale, Repubblica Ceca e Russia (nonostante un effetto cambio particolarmente sfavorevole), hanno in gran parte bilanciato il calo della redditività operativa, in Stati Uniti d’America, amplificato dall’effetto cambio negativo, e l’arretramento evidente in Ucraina.

Gli ammortamenti e le svalutazioni sono ammontati a 225,4 milioni, contro i 222,1 milioni dell’esercizio precedente. Il risultato operativo si è attestato a 351,8 milioni rispetto a 286,0 milioni nel 2017. Gli oneri e proventi finanziari netti sono passati da 35,0 milioni di oneri a 24,7 milioni di proventi, grazie all’andamento delle voci senza manifestazione monetaria, ovvero la valutazione degli strumenti finanziari derivati, ed alla riduzione degli interessi passivi sull’esposizione debitoria. Le plusvalenze da realizzo partecipazioni hanno offerto un contributo di 0,8 milioni, mentre i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, tra le quali spicca la nostra collegata operante in Messico, sono passati da 96,2 a 87,9 milioni. Per effetto di quanto esposto, l’utile ante imposte si è attestato a 465,3 milioni contro 348,7 milioni del 2017. Il carico fiscale dell’esercizio è stato pari a 82,5 milioni, rispetto ad un ricavo per imposte sul reddito di 45,9 milioni nell’esercizio precedente. Pertanto, il conto economico dell’esercizio 2018 si è chiuso con un utile di 382,8 milioni (394,6 milioni nel 2017). Il risultato attribuibile agli azionisti della società è passato da 391,6 milioni nel 2017 a 382,1 milioni nell’esercizio in esame.

L’indebitamento finanziario netto del gruppo al 31 dicembre 2018 si è attestato a 890,5 milioni, in aumento di 28,0 milioni rispetto a 862,5 milioni di fine 2017. Nell’esercizio appena trascorso, il gruppo ha distribuito dividendi per 28,1 milioni ed ha pagato investimenti industriali per complessivi 443,8 milioni, di cui 31,5 milioni destinati a progetti di incremento della capacità produttiva o speciali, principalmente riferiti alla cosiddetta fase 2 della nuova linea produttiva di Maryneal (Texas), al rifacimento dell’impianto di filtrazione a Cape Girardeau (Missouri) e all’ammodernamento del terminale di Dallas (Texas). Gli ulteriori investimenti riferiti a progetti di sviluppo strategico sono stati pari a 44,6 milioni per l’acquisizione di Seibel & Söhne in Germania e di 161,4 milioni per l’acquisto del 50% di BCPAR, che opera in Brasile attraverso il marchio Cimento Nacional. Da segnalare, inoltre, la conclusione del programma di acquisto azioni proprie intrapreso da fine settembre, che ha interessato il 4,23% del capitale sociale ordinario per un esborso di 118,7 milioni. 

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2018, inclusa la quota spettante agli azionisti terzi, si è attestato a 3.143,6 milioni contro 2.852,1 milioni di fine 2017; pertanto il rapporto indebitamento netto/patrimonio netto è diminuito a 0,28 contro 0,30 del precedente esercizio.

La società capogruppo Buzzi Unicem SpA ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 97,9 milioni di euro (50,8 milioni nel 2017) ed un flusso di cassa di 138,7 milioni.

Italia
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker sono risultate in aumento del 13,3%, principalmente grazie al contributo aggiuntivo delle spedizioni riferite agli stabilimenti ex-Cementizillo (consolidamento integrale dal secondo semestre 2017), alla crescita dei volumi destinati all’esportazione oltre oceano ed alle vendite di clinker. I prezzi medi, in un contesto di mercato più stabile, hanno confermato le attese di adeguamento verso l’alto. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, oggetto di un processo di ristrutturazione e razionalizzazione produttiva che ha comportato, tra l’altro, la riduzione del numero di centrali gestite direttamente, ha chiuso con un livello di produzione visibilmente inferiore all’anno precedente  (-15,6%); per contro i prezzi di vendita sono migliorati. Tale andamento di volumi e prezzi ha generato un fatturato pari a 459,8 milioni, in aumento di 7,5% (427,8 milioni nel 2017); a parità di perimetro il fatturato sarebbe diminuito di 0,9%. I costi unitari di produzione sono rimasti stabili, poiché l’andamento sfavorevole dei combustibili è stato più che bilanciato dalla diminuzione dell’energia elettrica e da costi fissi sotto controllo, grazie al miglioramento della leva operativa. Nonostante la massima attenzione dedicata all’affidamento ed alla riscossione dei crediti verso clienti, le recenti, numerose richieste di adesione a procedure concorsuali, presentate da primarie imprese nazionali di costruzione, ci hanno obbligato ad un accantonamento a perdite della relativa esposizione per un importo pari a 7,6 milioni. Il margine operativo lordo, rimasto in territorio negativo, è passato da -79,7 a -1,7 milioni. Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende costi non ricorrenti netti per complessivi 7,6 milioni, costituiti da oneri riferiti a controversie fiscali per 7,3 milioni, spese di ristrutturazione per 2,5 milioni, altri oneri per 1,7 milioni e ricavi non ricorrenti per indennizzi pari a 3,9 milioni (erano 63,0 milioni i costi non ricorrenti nel 2017). Il margine operativo lordo ricorrente è pertanto tornato finalmente in territorio positivo (+5,8 milioni), in miglioramento di 22,5 milioni rispetto a -16,7 milioni nel 2017. Si rammenta che nell’esercizio sono stati realizzati altri ricavi operativi per 11,8 milioni derivanti da vendite all’interno del gruppo di quote emissione CO2 (erano 6,0 milioni nel 2017).

Europa Centrale
In Germania le nostre consegne di leganti idraulici, grazie alla variazione di perimetro conseguente all’acquisizione Seibel & Söhne, le cui attività sono comprese nell’area di consolidamento dal mese di maggio, favorite da una domanda per i cosiddetti cementi “oil well” in vivace rafforzamento, hanno realizzato una buona crescita (+7,9%), con prezzi medi in miglioramento. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato, piuttosto deboli nel primo semestre, grazie ad una certa ripresa nella seconda parte dell’anno hanno chiuso l’intero periodo in marginale calo (-0,6%), ma con prezzi in recupero. Il fatturato complessivo è così passato da 588,0 a 632,5 milioni (+7,6%) ed il margine operativo lordo è aumentato da 77,9 a 82,5 milioni (+5,8%). Occorre tuttavia ricordare che il dato dell’esercizio in esame comprende un importo di 4,0 milioni per costi di ristrutturazione (1,9 milioni gli oneri non ricorrenti nel 2017). Al netto degli effetti non ricorrenti, il margine operativo lordo ha mostrato un miglioramento di 6,6 milioni. L’andamento sfavorevole dell’energia elettrica è stato bilanciato da qualche risparmio nei costi dei combustibili e delle voci fisse; i costi unitari di produzione hanno registrato una piccola variazione favorevole. Si rammenta che nel 2018 sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 7,7 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 dalla capogruppo (4,2 milioni nel 2017).

In Lussemburgo e Paesi Bassi le nostre vendite di cemento e clinker, al lordo dei trasferimenti all’interno del gruppo e comprese le esportazioni, hanno mantenuto anche nel secondo semestre uno sviluppo delle consegne inferiore rispetto al livello dell’anno precedente, chiudendo l’anno in flessione (-5,0%), con ricavi medi unitari in lieve miglioramento. Il settore calcestruzzo preconfezionato ha invece registrato volumi decisamente in ripresa (+11,1%) e prezzi anch’essi più alti. Il fatturato è stato pari a 197,1 milioni, in aumento del 5,5% rispetto all’esercizio precedente (186,8 milioni). Il margine operativo lordo si è attestato a 23,1 milioni (17,6 milioni nel 2017). I costi unitari di produzione hanno mantenuto, nel complesso, lo stesso livello dell’esercizio precedente, con andamento sfavorevole dell’energia elettrica, bilanciato da qualche risparmio nei combustibili e nei costi fissi e generali di fabbrica. Occorre tuttavia ricordare un accertamento di 0,1 milioni per oneri non ricorrenti di competenza del periodo (erano 1,3 milioni nel 2017). Al netto degli effetti non ricorrenti il margine operativo lordo ha mostrato un miglioramento di 4,3 milioni. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 0,8 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 dalla capogruppo (0,2 milioni nel 2017).

Europa Orientale
In Polonia, le quantità vendute dal nostro stabilimento produttivo, grazie allo sviluppo più vivace nel secondo semestre, hanno fatto segnare una robusta ripresa (+6,5%), accompagnata da prezzi medi, in valuta locale, in rafforzamento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha realizzato un avanzamento ancora più sensibile (+11,0%), con prezzi anch’essi in miglioramento. Il fatturato è passato da 97,0 a 111,4 milioni (+14,8%); a parità di cambio la variazione di fatturato sarebbe stata solo leggermente più favorevole (+15,0%). Il margine operativo lordo è migliorato da 24,2 a 31,9 milioni (+31,5%). Occorre tuttavia ricordare che il risultato in esame comprende proventi non ricorrenti per 5,4 milioni, costituiti dal rilascio del fondo rischi antitrust; a parità di condizioni il margine operativo lordo sarebbe aumentato di 10,1%. I costi unitari di produzione in valuta locale, hanno presentato una crescita a doppia cifra percentuale, principalmente a causa dell’andamento sfavorevole dell’energia elettrica. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 2,4 milioni per l’acquisto di diritti emissione CO2 dalla capogruppo (1,0 milione nel 2017).

In Repubblica Ceca le nostre vendite di cemento, dopo un avvio d’anno poco brillante, hanno successivamente accelerato, chiudendo l’esercizio in robusta crescita (+9,6%), con prezzi medi di vendita espressi in valuta locale in marginale miglioramento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, che comprende anche la Slovacchia, ha realizzato livelli di produzione favorevoli (+5,6%), ad un prezzo medio in miglioramento. I ricavi netti consolidati si sono quindi attestati a 164,5 milioni (147,9 milioni nel 2017, +11,2%), ed il margine operativo lordo è passato da 36,6 a 43,6 milioni (+19,2%). Il rafforzamento della corona ceca ha inciso favorevolmente sulla traduzione dei risultati in euro; al netto dell’effetto cambio, la variazione del fatturato sarebbe stata +9,0%, mentre il margine operativo lordo sarebbe aumentato di 16,1%. L’andamento sfavorevole dell’energia elettrica è stato bilanciato da qualche risparmio nei costi dei combustibili e delle principali voci fisse; i costi unitari di produzione hanno così registrato una piccola variazione positiva. Si rammenta che nell’esercizio sono stati sostenuti altri costi operativi pari a 0,9 milioni per l’acquisto di quote emissione CO2 dalla capogruppo (0,4 milioni nel 2017).

In Ucraina, le quantità di cemento vendute dai nostri impianti industriali, nonostante i segnali di risveglio nei mesi estivi e qualche recupero nell’ultima parte dell’esercizio, hanno chiuso con una riduzione a doppia cifra percentuale (-11,8%) rispetto ai livelli raggiunti nello scorso periodo, con prezzi in valuta locale che, sempre trainati dall’inflazione, sono risultati in notevole rialzo. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno invece mantenuto una vivace espansione (+8,3%), con prezzi medi in valuta locale in sensibile aumento. I ricavi netti di vendita hanno chiuso a 88,3 milioni, rispetto a 94,5 milioni raggiunti nel 2017, in riduzione del 6,6%. Il margine operativo lordo si è attestato a 7,0 milioni contro 16,0 milioni del 2017, con una redditività caratteristica in evidente contrazione. La traduzione dei risultati in euro è stata sfavorita dal persistente deprezzamento della valuta locale: a parità di cambi il fatturato sarebbe solo marginalmente diminuito (-0,1%), mentre il margine operativo avrebbe presentato comunque un calo del 52,9%. La crescita dei costi unitari di produzione espressi in valuta locale, in modo particolare dei combustibili e dell’energia elettrica, si è mantenuta ad un ritmo molto più accentuato rispetto al già elevato tasso di inflazione generale. 

In Russia, i nostri volumi di vendita, grazie ad uno sviluppo più robusto nella seconda parte dell’anno, nonostante una certa debolezza dei cementi speciali “oil well”, hanno chiuso l’intero periodo con una variazione favorevole sull’anno precedente (+5,4%) e prezzi medi in valuta locale in crescita. I ricavi netti si sono attestati a 185,5 milioni, rispetto a 184,3 milioni del precedente esercizio (+0,6%). La perdita di valore del rublo ha inciso sfavorevolmente sul fatturato per 22,8 milioni; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati del 13,0%. Il margine operativo lordo è passato da 46,0 a 50,1 milioni (+9,0%); espresso in valuta locale avrebbe invece realizzato un aumento di 22,3%. La redditività caratteristica, in miglioramento, si è confermata su livelli superiori alla media del gruppo (27,0%). I costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, sono cresciuti a doppia cifra, trainati dall’inflazione dei fattori energetici.

Stati Uniti d’America
Le vendite di leganti idraulici del gruppo, nel corso del 2018 sono state assai condizionate dal clima particolarmente avverso: freddo intenso nel primo trimestre e livelli di piovosità mai raggiunti prima nel terzo trimestre, settembre in particolare. Pertanto, anche se le consegne dell’ultimo trimestre hanno fornito qualche indicazione di recupero, l’intero esercizio ha chiuso con volumi inferiori all’anno precedente (-1,1%) e prezzi di vendita, in valuta locale, che hanno realizzato una variazione favorevole di qualche punto percentuale. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, ha chiuso in marginale recupero (+0,3%) rispetto all’esercizio precedente, con prezzi, anch’essi in ripresa. Il fatturato complessivo si è ridotto da 1.110,6 a 1.069,6 milioni di euro (-3,7%), ed il margine operativo lordo da 369,6 a 341,2 milioni di euro (-7,7%). Il dato dell’esercizio comprende proventi non ricorrenti netti pari a 15,0 milioni, costituiti da plusvalenze sulla cessione del ramo aziendale relativo alla produzione di calcestruzzo in sacchi pronto all’uso per 17,2 milioni, rilascio fondo rischi legali per 1,7 milioni ed altri oneri riferiti a controversie legali per 3,9 milioni (erano 2,0 milioni i costi non ricorrenti netti nel 2017). L’andamento del dollaro ha avuto un impatto sfavorevole sulla traduzione dei risultati in euro. Al netto dell’effetto cambio e delle voci non ricorrenti, la variazione del fatturato e del margine operativo lordo sarebbe stata rispettivamente +0,7% e -8,2%. La redditività caratteristica, sebbene in flessione, si conferma ai massimi livelli del gruppo (30,5%). Tra i costi unitari di produzione, espressi in valuta locale, che sono cresciuti ben più dell’inflazione, segnaliamo un andamento sfavorevole dell’energia elettrica e, ancora più marcato, dei combustibili. 

Messico (valutazione al patrimonio netto)
Le vendite di cemento della collegata Corporación Moctezuma, dopo un primo semestre condizionato dal clima elettorale, nella seconda parte dell’anno, in un contesto economico e sociale più sereno, hanno tendenzialmente recuperato. L’intero esercizio ha chiuso con volumi inferiori all’anno precedente e prezzi medi di vendita, in valuta locale, in aumento di qualche punto percentuale. La produzione di calcestruzzo preconfezionato si è fermata a livelli visibilmente più deboli, ma con prezzi, sempre in valuta locale, in robusto progresso. Fatturato e margine operativo lordo, espressi in valuta locale, hanno registrato rispettivamente una riduzione del 3,1% e del 6,6%. La perdita di valore del peso messicano ha penalizzato la traduzione dei risultati in euro: con riferimento al 100% della collegata, il fatturato si è attestato a 624,7 milioni (-9,0%), ed il margine operativo lordo a 289,0 milioni (-12,2%). I costi unitari di produzione sono cresciuti più del tasso di inflazione, penalizzati dall’andamento sfavorevole dei fattori energetici, in particolare dei combustibili. 
La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto ammonta a 64,2 milioni (74,1 milioni nel 2017).

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
La società a controllo congiunto BCPAR è la holding di un gruppo che produce e vende cemento nel Paese, attraverso il marchio Cimento Nacional e due stabilimenti a ciclo completo, uno situato nella regione nord-est (stato di Paraíba) e l’altro nel sud-est (stato di Minas Gerais). La partecipazione è stata valutata col metodo del patrimonio netto a partire dalla data di acquisizione (fine novembre 2018), senza impatto significativo sul conto economico dell’esercizio.

Evoluzione prevedibile della gestione
In Italia, i segnali di rallentamento dell’economia rendono ancora incerto l’andamento del settore costruzioni. Sebbene le aspettative per il 2019 facciano riferimento a consumi di cemento in sostanziale stabilità, la meno frammentata fisionomia del settore, le attese di un possibile adeguamento verso l’alto dei prezzi, i benefici derivanti dalla razionalizzazione realizzata nel settore calcestruzzo preconfezionato, oltre alla convinzione che il livello dell’accantonamento a perdite su crediti del 2018 non sia ripetibile nell’esercizio in corso, ci inducono a ritenere realizzabile un miglioramento sensibile dei risultati operativi.
In Europa Centrale, il contributo aggiuntivo di Seibel & Söhne per l’intero anno, che comprende anche le sinergie derivanti dall’integrazione, in un quadro del settore costruzioni in moderata espansione, suggerisce uno sviluppo favorevole e qualche ulteriore miglioramento dei risultati operativi.
In Polonia e Repubblica Ceca, ci attendiamo il prolungamento dei rispettivi cicli economici espansivi e la riconferma della domanda di cemento almeno ai livelli del 2018. Sono attesi anche aumenti del prezzo medio di vendita, ma destinati di fatto ad assorbire i maggiori costi dell’energia elettrica e dei diritti di emissione CO2, quindi senza evidenti miglioramenti dei risultati operativi. 
In Ucraina, dopo la netta contrazione subita nel 2018 e nonostante le prospettive sempre fragili della ripresa, qualche segnale di recupero intravisto nella parte finale dell’anno ci induce ad un cauto ottimismo. Prospettiamo un miglioramento dei volumi e prezzi ancora robusti per arginare l’andamento molto sfavorevole dei costi di produzione. In breve, ciò dovrebbe tradursi in un lieve avanzamento dei risultati caratteristici, assumendo che la valuta locale non si deprezzi eccessivamente. 
In Russia ci attendiamo la prosecuzione del ciclo economico di moderata ripresa che potrà favorire un avanzamento della domanda ed un graduale miglioramento dei risultati operativi espressi in euro, ipotizzando che il rublo si stabilizzi sui valori registrati in avvio d’anno. 
Le prospettive di sviluppo degli investimenti in costruzioni negli Stati Uniti, nel contesto economico ancora espansivo, suggeriscono un andamento positivo della domanda di cemento. Riteniamo possibile, nel complesso, una lieve ripresa dei nostri volumi, agevolata anche dal confronto con il livello delle spedizioni realizzato nel 2018, molto condizionato dal clima avverso, associata al tentativo di recuperare attraverso migliori prezzi, a seconda delle zone di mercato, la pressione inflattiva manifestatasi già lo scorso anno. Il margine operativo lordo in valuta locale dovrebbe quindi attestarsi ai livelli del 2018. 
Tali considerazioni delineano, per l’anno in corso, un progresso del margine operativo lordo in Italia, risultati operativi in lieve miglioramento nelle regioni dell’Europa Centrale ed Orientale e tendenzialmente stabili in Stati Uniti d’America, ipotizzando un cambio medio del dollaro coerente con l’anno appena chiuso. In conclusione, stimiamo che a livello consolidato il margine operativo lordo ricorrente dell’intero 2019 possa esprimere una variazione favorevole rispetto all’esercizio precedente compresa tra 5% e 8%.

Dichiarazione consolidata non finanziaria 2018
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario compresa nel Bilancio di Sostenibilità 2018, in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. n. 254/2016.
La Dichiarazione consolidata non finanziaria costituisce un resoconto distinto e separato rispetto alla relazione sulla gestione; essa verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla pubblicazione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2018.

Proposta di destinazione del risultato d’esercizio
All’Assemblea degli Azionisti fissata in prima convocazione per il giorno 9 Maggio 2019 sarà proposto un dividendo di 12,5 centesimi per ogni azione ordinaria e di 14,9 centesimi per ogni azione di risparmio. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal 22 maggio 2019 (con data stacco 20 maggio 2019 e “record date” 21 maggio 2019).

Altre delibere assembleari
L’Assemblea è stata altresì convocata per assumere le necessarie deliberazioni in merito:
-    all’integrazione dei corrispettivi per la revisione contabile del bilancio dell’esercizio 2018 a seguito dei lavori aggiuntivi necessari per l’applicazione del principio contabile IFRS 16;
-    alla composizione del consiglio di amministrazione in conseguenza delle dimissioni del consigliere Luca Dal Fabbro
-    alla relazione sulla remunerazione predisposta ai sensi dell’art. 123 ter del D.Lgs. n. 58/1998.

Azioni proprie
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, ha deciso di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti la proposta di autorizzazione (con correlativa revoca dell'analoga autorizzazione adottata il 10 maggio 2018) all’acquisto di ulteriori massime n. 7.000.000 di azioni ordinarie e/o di risparmio. L’autorizzazione è richiesta, altresì, per la disposizione delle azioni proprie detenute dalla società.
La proposta di autorizzazione all’acquisto nonché alla disposizione di azioni proprie è motivata dalla finalità di consentire alla società di intervenire nell’eventualità di oscillazioni delle quotazioni delle azioni della società al di fuori delle normali fluttuazioni del mercato azionario, nei limiti in cui ciò sia conforme alla normativa vigente o a prassi di mercato ammesse, nonché di dotare la società di uno strumento di investimento della liquidità. Ulteriore motivazione all’acquisto di azioni proprie può essere quella di disporne come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari già emessi o di futura eventuale emissione, o per l’eventuale distribuzione, a titolo oneroso o gratuito, a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società del gruppo nonché per eventuali assegnazioni gratuite ai soci.
L’autorizzazione è richiesta per la durata di diciotto mesi a far data dall’approvazione dell’assemblea.
Il corrispettivo proposto per l’acquisto è compreso tra un minimo per azione di euro 0,60, pari al valore nominale, ed un massimo per azione non superiore al 10% rispetto al prezzo di riferimento rispettivamente dell’azione ordinaria o dell’azione di risparmio registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione.
Il controvalore massimo utilizzabile previsto per l’acquisto è pari a 200 milioni di euro.
Gli acquisti di azioni proprie verranno effettuati sul mercato, secondo le modalità operative stabilite nel regolamento di Borsa Italiana. La società potrà anche avvalersi delle modalità previste da eventuali prassi di mercato approvate da Consob, nonché di quelle di cui all’art. 5 del Regolamento UE n. 596/2014.
Le operazioni di disposizione delle azioni proprie potranno avvenire in qualsiasi momento, in tutto o in parte, in una o più volte, sia mediante alienazione con corrispettivo in denaro sia quale corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, di permuta, di conferimento o di conversione di prestiti obbligazionari già emessi o di futura eventuale emissione, nonché per l’eventuale distribuzione a favore di amministratori, dipendenti e collaboratori della società o di società controllate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile ovvero per eventuali assegnazioni ai soci, anche sotto forma di dividendo.
La precedente autorizzazione rilasciata dall’assemblea ordinaria del 10 maggio 2018 è stata completamente utilizzata con l’acquisto di 7.000.000 di azioni ordinarie, mentre a valere sulla stessa non sono state effettuate alienazioni di azioni proprie.
Alla data odierna la società detiene, pertanto, n. 7.050.000 azioni proprie ordinarie e n. 29.290 azioni proprie di risparmio, pari al 3,44% dell’intero capitale sociale.

Corporate Governance
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari, che verrà messa a disposizione del pubblico contestualmente alla messa a disposizione del progetto di bilancio d'esercizio e del bilancio consolidato 2018.
Il Consiglio di Amministrazione ha altresì valutato la sussistenza dei requisiti di indipendenza di cui al Codice di Autodisciplina di Borsa (così come applicati dalla società secondo quanto indicato nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari), in capo ai consiglieri Luca Dal Fabbro, Elsa Fornero, Aldo Fumagalli Romario, Antonella Musy, Linda Orsola Gilli, Gianfelice Rocca e Maurizio Sella.

Prestiti obbligazionari
Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2018 non sono stati emessi nuovi prestiti obbligazionari.
Nei 18 mesi successivi al 31 dicembre 2018 è previsto in data 17 luglio 2019 il rimborso in linea capitale di 220,0 milioni di euro riferiti all’Equity-Linked Bond “Buzzi Unicem €220.000.000 1,375% Equity-Linked Bonds due 2019”. La Società ha la facoltà di soddisfare l’esercizio dei diritti di conversione mediante consegna di azioni ordinarie Buzzi Unicem SpA, oppure corrispondere un importo in denaro, oppure di consegnare una combinazione di azioni ordinarie e denaro. Le obbligazioni saranno rimborsate in un’unica soluzione al loro valore nominale se non anticipatamente rimborsate o convertite.


Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Silvio Picca, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 

Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Tel. +39 0142 416 404
Email: icolla@buzziunicem.it
 

I risultati del bilancio 2018 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà giovedì, 28 marzo alle ore 16:30. Per partecipare comporre il n. +39 02 805 88 11.
 

Approvati i risultati dell'esercizio 2018