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09 febbraio 2021

Informazioni preliminari esercizio 2020

Vendite cemento: 29,3 milioni di tonnellate (+0,4%); vendite calcestruzzo preconfezionato: 11,7 milioni di metri cubi (-3,1%) 

Fatturato consolidato pari a 3.222,4 milioni, in linea con il 2019 (3.221,4 milioni) ma +1,8% a cambi e perimetro costanti

 

Dati consolidati   2020 2019 %20/19
Vendite di cemento t/000 29.250 29.122 0,4%
Vendite di calcestruzzo m3/000 11.743 12.120 -3,1%
Ricavi netti €m 3.222 3.221 -
    Dic 20 Dic 19 Var.
Indebitamento netto €m 242 568 (326)

 

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei dati preliminari relativi all’esercizio appena trascorso.

Nel corso del 2020, i volumi di vendita realizzati dal gruppo si sono assestati sui livelli raggiunti nell’esercizio precedente, grazie al progresso registrato in Stati Uniti d’America, sostenuto dalla solidità della domanda, al marginale incremento in Russia ed alla stabilità delle vendite in Germania. Tali andamenti hanno bilanciato lo sviluppo negativo in Europa Orientale ed in Italia, dove peraltro abbiamo assistito ad un certo recupero dei consumi di cemento nel secondo semestre. 

La pandemia Covid-19 ha duramente colpito l’economia mondiale nel corso del 2020, provocando una recessione senza precedenti durante il primo semestre. La straordinaria risposta di politica economica ha contribuito ad attutire l’impatto della contrazione del commercio internazionale e, insieme all’allentamento delle misure restrittive volte a limitare i contagi, ha stimolato il rimbalzo della domanda durante i mesi estivi, quando la congiuntura globale ha registrato un recupero superiore alle attese. La recrudescenza della pandemia nel corso del quarto trimestre, particolarmente nella Unione Europea e negli Stati Uniti, e la conseguente reintroduzione delle misure di contenimento del contagio, si sono tradotte in un nuovo rallentamento, concentrato soprattutto nelle economie avanzate. Tali andamenti si sono riflessi sulle prospettive di crescita economica del 2020 che prefigurano una flessione del PIL mondiale pari al 3,5% ed una contrazione degli scambi internazionali del 9,6%. 
In Stati Uniti d’America, dopo la netta frenata nel secondo trimestre, che ha provocato un drammatico calo dell’occupazione, l’allentamento delle misure di contenimento, nonché gli immediati stimoli monetari e fiscali, a sostegno di famiglie e imprese, hanno permesso un deciso recupero della domanda e dei consumi nel corso dei mesi estivi. Tuttavia, nel terzo trimestre il prodotto si è collocato ancora al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. 
Nei paesi dell’area euro, durante il terzo trimestre del 2020 il PIL è salito del 12,5%, dopo una perdita cumulata del 15% nel primo semestre dell’anno. Il prodotto è cresciuto in tutte le principali economie, rimanendo comunque al di sotto dei livelli precedenti la diffusione della pandemia. Nel quarto trimestre, invece, il prodotto avrebbe mostrato una flessione, nonostante i segnali positivi dell’attività manifatturiera, neutralizzati dall’ulteriore indebolimento dei servizi.  
In Italia, il PIL del terzo trimestre è risultato in deciso recupero, sostenuto sia dalle esportazioni che dalla domanda interna. Tuttavia, nell’ultimo trimestre, a seguito dell’aggravamento del quadro epidemiologico nel Paese, l’attività economica ha rallentato, colpendo con maggiore intensità il settore dei servizi e solo marginalmente l’attività manifatturiera. 
Quanto alle principali economie emergenti, in Cina nel terzo trimestre la crescita dell’attività economica si è ulteriormente rafforzata, superando i valori antecedenti l’emergenza sanitaria. In Brasile e Russia, l’effetto delle politiche fiscali e monetarie espansive, oltre all’allentamento delle restrizioni volte al contenimento del contagio, hanno parzialmente mitigato la contrazione dell’economia avvenuta nel corso della prima metà dell’anno.  
Durante il quarto trimestre, i corsi petroliferi sono tornati ad aumentare assestandosi su valori prossimi ai 50 dollari al barile, grazie al superamento dell’incertezza sull’esito delle elezioni americane, alla tenuta della domanda asiatica e agli incoraggianti segnali derivanti dall’inizio delle campagne di vaccinazione su scala globale. 
Nelle economie avanzate le condizioni finanziarie si sono mantenute accomodanti: la Federal Reserve, a dicembre, ha annunciato che le politiche espansive proseguiranno fino al raggiungimento degli obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi, mentre la BCE ha rimodulato in senso espansivo gli strumenti di politica monetaria, al fine di mantenere le favorevoli condizioni di finanziamento.  

Le vendite di cemento del gruppo hanno raggiunto i 29,3 milioni di tonnellate, sostanzialmente stabili (+0,4%) rispetto all’esercizio 2019. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, attestatesi a 11,7 milioni di metri cubi, sono risultate in flessione rispetto ai volumi dell’anno scorso (-3,1%). Il fatturato consolidato dell’esercizio è passato da 3.221,4 a 3.222,4 milioni. Le variazioni dei tassi di cambio, costituite principalmente dalla svalutazione del rublo, della hryvnia ucraina e del dollaro, particolarmente evidente nella seconda metà dell’anno, hanno avuto un impatto complessivamente sfavorevole di 69,2 milioni. Pertanto, a cambi e perimetro costanti l’aumento del fatturato sarebbe stato di 1,8%.

L’indebitamento finanziario netto a fine 2020 ammonta a 241,6 milioni, in diminuzione di 326,2 milioni rispetto ai 567,8 milioni di fine 2019. Il miglioramento della posizione finanziaria netta rispetto al livello dell’esercizio precedente è stato realizzato grazie al favorevole andamento del flusso di cassa generato dall’attività operativa ed all’incasso del dividendo di 143 milioni, riferito alla vendita di tutte le attività della collegata Kosmos Cement, già nel primo trimestre. La posizione finanziaria netta sopra indicata considera il debito per il dividendo straordinario collegato all’operazione di conversione delle azioni di risparmio, pari a circa 144 milioni, già saldato ad inizio febbraio 2021. 

Italia
L’attività economica nel corso dei mesi estivi è stata superiore alle attese: il PIL del terzo trimestre, è aumentato di circa il 15,9%, sostenuto dal recupero delle esportazioni e dalla solidità della domanda nazionale, in seguito all’allentamento delle misure di contenimento del contagio. Secondo gli indicatori più recenti, l’attività economica avrebbe rallentato nel corso del quarto trimestre con l’aggravamento del quadro epidemiologico e la contestuale introduzione di nuove misure restrittive, aventi un impatto significativo sul settore del commercio e dei servizi, ma solo marginale nel comparto manifatturiero. Il PIL per l’intero anno 2020 è previsto in marcata contrazione (-8,8%), mentre l’inflazione dovrebbe essere di segno negativo (-0,1%). 
L’attività nel settore delle costruzioni ha mostrato una evidente diminuzione, a causa del netto calo registrato nel corso del primo semestre, dovuto alla chiusura forzata dei cantieri, nonostante la dinamica positiva rilevata nella seconda parte dell’anno. La crescita registrata nel terzo trimestre, frutto della positiva evoluzione nel comparto delle opere pubbliche e della stabilità del comparto residenziale, non è riuscita a compensare le perdite subite nei trimestri precedenti. Conseguentemente, i consumi interni di cemento sono stimati in flessione rispetto ai livelli raggiunti a fine 2019. 
Le nostre quantità vendute di leganti idraulici e clinker, dopo un primo semestre in netta flessione, hanno mantenuto un positivo andamento nella seconda parte dell’anno, grazie al rafforzamento della domanda interna, recuperando parzialmente quanto perso durante il blocco produttivo e commerciale. I prezzi medi di vendita, nel complesso dell’anno, hanno mostrato uno sviluppo positivo. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha realizzato una contrazione più evidente, nonostante il buon recupero avvenuto nel corso del secondo semestre, con prezzi anch’essi in miglioramento. 
Nel complesso il fatturato delle attività italiane si è attestato a 501,1 milioni, in diminuzione (-0,7%) rispetto al 2019; a parità di perimetro il fatturato sarebbe diminuito del 2,1%.

Europa Centrale
In Germania, dopo la netta contrazione dell’attività economica avvenuta nel primo semestre a seguito dello scoppio della pandemia Covid-19, durante il terzo trimestre si è assistito a un deciso recupero del PIL (+8,5%), sostenuto dalla ripresa dapprima nel settore dei servizi e, successivamente, dell’attività manifatturiera, favorito sia dall’allentamento delle misure restrittive volte al contenimento dei contagi, sia dai pacchetti di stimolo fiscale varati dal governo, destinati a sostenere le imprese, l’occupazione e i consumi. Le esportazioni nette, particolarmente deboli nel primo semestre a causa delle difficoltà economiche affrontate anche dai principali partner commerciali, nonostante la significativa ripresa mostrata durante i mesi estivi, alla fine del terzo trimestre risultavano ancora decisamente inferiori rispetto ai livelli antecedenti la pandemia. In tale contesto di rallentamento degli investimenti, il settore delle costruzioni ha tuttavia mantenuto una certa stabilità, sostenuto dal comparto residenziale. La seconda ondata della pandemia, a partire dal mese di ottobre, ha frenato nuovamente la ripresa dell’economia. Sulla base di tali dinamiche, le più recenti stime per l’anno 2020 prevedono una flessione del PIL pari al 5,5%, da ricondurre alla debolezza dei consumi interni, degli investimenti e delle esportazioni, mentre l’inflazione è attesa a livelli minimi (+0,4%). 
Le nostre consegne di leganti idraulici, dopo una prima parte del 2020 in leggera flessione, nel corso del secondo semestre hanno manifestato un buon sviluppo, accompagnato da una variazione favorevole dei prezzi medi di vendita, che ha permesso di recuperare lo svantaggio cumulato nei primi sei mesi. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha mostrato una produzione in crescita rispetto al 2019, grazie anche al contributo addizionale degli impianti acquisiti lo scorso anno a Düsseldorf, con prezzi anch’essi in rafforzamento.
A fine 2020, il fatturato complessivo ha così raggiunto i 717,0 milioni, in aumento del 5,5%, rispetto ai 679,6 milioni del 2019; a parità di perimetro il fatturato sarebbe aumentato del 4,7%.

In Lussemburgo e Paesi Bassi, nel corso del secondo semestre 2020, le spedizioni di cemento e clinker non sono riuscite a colmare lo svantaggio cumulato, a causa dell’interruzione delle attività produttive e commerciali del nostro stabilimento, durante i primi sei mesi dell’anno, chiudendo con una variazione sfavorevole rispetto ai livelli di fine 2019, associata a prezzi medi di vendita appena superiori. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, nonostante un parziale segnale di recupero mostrato nel corso dell’ultimo trimestre, ha chiuso l’anno anch’esso in flessione, seppur con prezzi in miglioramento. 
Il fatturato complessivo nel 2020 è stato pari a 191,7 milioni, in diminuzione (-0,4%) rispetto ai 192,5 milioni dell’esercizio precedente. 

Europa Orientale
In Polonia, dopo la marcata contrazione dell’economia rilevata nei primi sei mesi del 2020, anche a seguito dell’introduzione di misure restrittive per il contenimento del contagio da Coronavirus, nel corso del terzo trimestre la produzione industriale è risultata in vigoroso recupero, sostenuta dall’aumento della spesa pubblica e dalla ripresa della domanda interna e delle esportazioni. Tuttavia, l’introduzione di nuove misure restrittive in seguito alla recrudescenza della pandemia, a partire dal mese di ottobre, ha indebolito nuovamente la domanda domestica e la fiducia di imprese e consumatori. Le più recenti stime indicano una contrazione del PIL pari al 3,6%, con una inflazione attesa intorno al 3,3%. Il settore delle costruzioni ha mostrato una moderata flessione, con i comparti residenziale e commerciale particolarmente deboli, mentre gli investimenti in infrastrutture hanno mantenuto un andamento positivo. 
Le quantità di cemento vendute dal gruppo hanno chiuso il 2020 in arretramento rispetto ai livelli raggiunti l’anno precedente, nonostante un secondo semestre nel complesso positivo, che ha permesso un parziale recupero. Per contro, il livello medio dei prezzi di vendita, in valuta locale, ha mostrato un deciso progresso. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha registrato una flessione più evidente, con prezzi di vendita, sempre espressi in valuta locale, in leggero aumento. 
Tali dinamiche di mercato hanno portato ad un fatturato in euro pari a 117,8 milioni, in flessione (-4,8%) rispetto ai 123,8 milioni del 2019. Occorre ricordare che l’indebolimento dello zloty (-3,4%) ha comportato un effetto cambio negativo: a parità di cambio la variazione del fatturato sarebbe stata -1,6%.

In Repubblica Ceca, dopo il rallentamento nel primo semestre, nel periodo estivo l’attività manifatturiera ed i consumi hanno recuperato rapidamente, grazie alla ripresa delle esportazioni e della domanda interna, oltre alle iniziative del governo per sostenere l’occupazione. Tuttavia, a causa del peggioramento del quadro epidemiologico da settembre in poi, che ha portato all’introduzione di nuove misure di restrizione, l’elevata incertezza e l’ulteriore indebolimento della fiducia di famiglie e imprese hanno bruscamente interrotto la ripresa economica in atto. Sulla base di tali dinamiche, per l’intero anno 2020 si stima una flessione del PIL pari al 6,5%, con l’inflazione prevista intorno al +3,3%. Il livello degli investimenti in costruzioni ha mostrato un modesto rallentamento, dovuto alla debolezza dei comparti residenziale e commerciale, mentre gli investimenti infrastrutturali hanno mantenuto un andamento positivo.  
Le vendite di cemento, dopo il lieve progresso registrato nei primi sei mesi dell’anno, si sono nettamente contratte nel corso del secondo semestre, chiudendo al di sotto dei livelli raggiunti a fine 2019. Peraltro l’andamento dei prezzi medi, espressi in valuta locale, si è confermato rialzista. Il settore del calcestruzzo preconfezionato, comprendente anche la Slovacchia, ha fatto registrare livelli di produzione ancora più deboli; ciononostante l’effetto prezzi è stato favorevole.
I ricavi netti consolidati, sui quali ha impattato il deprezzamento della corona ceca (-3,1%), si sono attestati a 159,5 milioni, in flessione del 5,2% rispetto al 2019. A parità di cambio il giro d’affari sarebbe diminuito del 2,7%.

In Ucraina, la brusca frenata dell’economia avvenuta nel primo semestre, conseguente allo scoppio della pandemia e alle severe misure di contenimento adottate, è stata seguita, nei mesi estivi, da un parziale recupero della domanda interna ed estera, che ha favorito il progresso dell’attività manifatturiera ed estrattiva, particolarmente deboli nel corso della prima parte del 2020. Nel corso dell’ultimo trimestre, con l’aggravarsi del quadro epidemiologico e le difficoltà del sistema sanitario nella gestione del Covid-19, l’economia ha nuovamente rallentato. Sulla base di tali dinamiche, per l’intero anno 2020, si stima un PIL in calo del 7,2% mentre il tasso di inflazione è atteso a +3,2%.  
Le vendite di cemento, nonostante il buon andamento rilevato nei mesi di novembre e dicembre, hanno solo parzialmente recuperato lo svantaggio cumulato nel primo semestre, chiudendo il 2020 in netta flessione rispetto ai livelli raggiunti l’anno precedente, penalizzate dall’emergenza pandemica e dall’incremento delle importazioni dalla Turchia, particolarmente intense nella parte meridionale del Paese. La difesa della quota di mercato ha comportato una leggera discesa nel livello medio dei prezzi.  Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato hanno mostrato una più marcata debolezza, accompagnata da prezzi di vendita anch’essi in riduzione. 
I ricavi di vendita si sono attestati a 116,1 milioni, in diminuzione rispetto ai 131,9 milioni raggiunti nel 2019 (-12,0%). La perdita di valore della valuta locale (-6,7%) ha impattato negativamente sulla traduzione del fatturato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe diminuito del 6,1%.

In Russia, la netta contrazione dell’economia nel primo semestre, causata dalla rapida diffusione della pandemia nel Paese e la conseguente introduzione di misure di contenimento riguardanti limitazioni alla mobilità e blocchi delle attività produttive e commerciali, ha condotto al crollo dei consumi interni, con un impatto particolarmente negativo sul settore dei servizi. In seguito, nella seconda parte dell’anno, abbiamo assistito ad un parziale recupero dell’attività, spinto dalle misure di stimolo fiscale introdotte dalle autorità governative a sostegno dell’occupazione, delle famiglie e delle imprese, oltre che dalla sensibile ripresa della domanda globale di idrocarburi, mentre gli investimenti sono rimasti depressi. L’evoluzione del PIL per l’intero anno 2020 è comunque stimata in flessione del 3,6%, a causa della limitata crescita dei consumi interni e dell’andamento negativo degli investimenti pubblici che, dopo aver beneficiato dei nuovi programmi di ammodernamento e miglioramento infrastrutturale in avvio d’anno, hanno nettamente rallentato in seguito allo scoppio della pandemia e per la ridefinizione delle priorità sull’impiego delle risorse, a favore dei piani di sostegno a famiglie e imprese. 
Le vendite di cemento, dopo un primo semestre in visibile arretramento dovuto alle difficoltà legate allo scoppio della pandemia, nella seconda parte del 2020 hanno mostrato un andamento positivo, particolarmente evidente nel quarto trimestre, grazie anche a condizioni climatiche favorevoli. I prezzi di vendita unitari, in valuta locale, hanno confermato la positiva intonazione già espressa nel primo semestre dell’anno. Nonostante il recupero delle quotazioni del petrolio a partire dal mese di giugno, la domanda di cementi speciali “oil-well” è rimasta debole. 
Nel 2020 i ricavi netti si sono attestati a 195,8 milioni, in flessione rispetto a 214,5 milioni del precedente esercizio (-8,7%). Il sensibile indebolimento del rublo (-14,2%) ha avuto impatto negativo sulla traduzione in euro del fatturato; a cambi costanti, i ricavi sarebbero aumentati del 4,2%.

Stati Uniti d’America
Nel secondo trimestre 2020 l’attività economica ha registrato la più forte contrazione dal dopoguerra, caratterizzata dalla perdita di oltre 20 milioni di posti di lavoro. Nei mesi estivi, con l’allentamento delle misure restrittive introdotte in primavera, finalizzate a rallentare la diffusione dei contagi, la congiuntura ha mostrato un chiaro rimbalzo. Il miglioramento dell’occupazione ha alimentato la rapida ripresa dei consumi e gli stimoli fiscali e monetari hanno garantito un certo sostegno a famiglie ed imprese. A partire dal mese di settembre, un nuovo aggravamento del quadro epidemiologico ha portato alla reintroduzione di misure restrittive, riguardanti principalmente la chiusura delle scuole e delle attività aperte al pubblico, che, tuttavia, grazie alla loro natura più locale, hanno avuto un minore impatto sull’economia. Sulla base di tali dinamiche, la variazione del PIL per l’intero anno 2020 è stimata pari a -3,4%, mentre l’inflazione è attesa intorno al +1,5%. Gli investimenti in costruzioni sono previsti stabili rispetto all’anno precedente, sostenuti dallo sviluppo del comparto residenziale, dalla stabilizzazione delle infrastrutture, mentre la contrazione nel commerciale è stata marcata.  
Le nostre vendite di leganti idraulici, grazie a condizioni climatiche nel complesso favorevoli, particolarmente nei mesi invernali, ed alla solidità della domanda, nel corso del secondo semestre hanno confermato lo sviluppo positivo, chiudendo l’esercizio con una buona variazione favorevole rispetto al 2019. I prezzi di vendita, in valuta locale, nel complesso dell’anno hanno mostrato solo un leggero miglioramento. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, nel corso del secondo semestre ha evidenziato una certa debolezza già rilevata durante i primi sei mesi, chiudendo l’anno in flessione rispetto al 2019, con prezzi di vendita, in valuta locale, in leggera crescita. 
Il fatturato complessivo si è attestato a 1.260,6 milioni, in aumento (+1,5%) rispetto ai 1.242,5 milioni del 2019. Il deprezzamento del dollaro (-2,0%), particolarmente evidente nella seconda parte dell’anno, ha avuto un impatto negativo sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 3,5%.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
Dopo la profonda contrazione avvenuta nel secondo trimestre, da ricondursi al drammatico aggravamento del quadro epidemiologico, che ha reso necessaria l’introduzione di severe misure di distanziamento sociale e chiusura di settori ritenuti non essenziali, l’attività economica ha mostrato segni di graduale recupero a partire dal trimestre estivo. Attraverso l’allentamento delle misure di restrizione, si è assistito ad una risalita, sia della domanda interna, comunque penalizzata dalla debolezza del settore servizi, sia delle esportazioni dell’industria manifatturiera che si rivolge tipicamente agli Stati Uniti. In tale contesto, la contrazione del PIL per l’anno 2020 è stimata pari al 8,5%, mentre l’inflazione è prevista al +3,4%. 
Le vendite della collegata Corporación Moctezuma, nel corso del secondo semestre hanno registrato un chiaro rafforzamento, grazie al deciso recupero dell’attività nel settore dei lavori pubblici, chiudendo il 2020 in notevole progresso rispetto all’anno precedente, con prezzi, in valuta locale, senza variazioni di rilievo. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno, invece, confermato la debolezza già rilevata nel primo semestre, chiudendo l’anno in evidente calo rispetto al 2019, con prezzi, sempre in valuta locale, in arretramento. 
Con riferimento al 100% della collegata, nel 2020 il fatturato ha raggiunto i 573,8 milioni, in flessione del 3,3% sull’esercizio precedente, con il deprezzamento del peso messicano (-13,7%) che ha impattato negativamente sulla traduzione dei risultati in euro: a parità del tasso di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 10,0%. 

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
L’ampia diffusione della pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento volte a limitare la crescita dei contagi, fra cui distanziamento interpersonale, limitazioni alla mobilità, chiusura delle scuole e delle aziende considerate non essenziali, hanno segnato molto negativamente l’economia del paese nella prima metà dell’anno. Tuttavia, dal terzo trimestre, grazie all’allentamento delle misure restrittive ed a politiche fiscali e monetarie molto accomodanti, a sostegno delle fasce di popolazione maggiormente in difficoltà, si è assistito ad un deciso recupero dell’attività economica, non solo nel settore manifatturiero ma anche nei servizi, che ha permesso di limitare, almeno in parte, l’impatto della pandemia sulla disoccupazione e quindi sul sistema economico del Paese. In tale contesto, il PIL per l’anno 2020 è stimato in contrazione del 4,5%, mentre l’inflazione è prevista in crescita del 2,7%. 
Nel secondo semestre del 2020, le spedizioni di cemento realizzate dalla nostra joint venture hanno confermato l’intonazione positiva già registrata nei primi sei mesi, chiudendo l’esercizio in deciso rialzo rispetto ai livelli raggiunti nel 2019, con prezzi di vendita, espressi in valuta locale, in evidente miglioramento. 
Il fatturato, riferito al 100% della collegata, si è attestato a 139,1 milioni, in leggero avanzamento (+3,2%) rispetto ai 134,7 milioni dell’esercizio precedente. Sulla traduzione dei risultati in euro ha impattato la forte svalutazione del real brasiliano (-33,6%): a parità di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 37,9%.

Previsione 2020
Le condizioni climatiche dell’ultimo trimestre sono state, nel complesso, favorevoli. Grazie all’esperienza acquisita nel primo semestre dell’anno, la seconda ondata della pandemia è stata gestita dai governi in modo meno penalizzante, con riferimento sia alla gestione sanitaria sia a quella dell’attività economica. Nel periodo ottobre - dicembre le nostre vendite hanno sopravanzato il livello dell’anno precedente, particolarmente in Stati Uniti d’America, Russia e Italia. Il livello dei prezzi è rimasto stabile e la risalita dei fattori energetici ha avuto, per il momento, un impatto sfavorevole limitato sui costi di produzione.  
Sulla base delle informazioni preliminari disponibili, prevediamo che il bilancio consolidato dell'esercizio 2020 si chiuda con un margine operativo lordo ricorrente di circa 780 milioni di euro.

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Indicatori alternativi di performance
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Indebitamento netto: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine; rientrano in tali voci tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle ad esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati ed i ratei.

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Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.



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