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03 agosto 2022

Risultati al 30 giugno 2022 - Revisione della struttura societaria

Volumi di vendita del settore cemento in diminuzione rispetto al primo semestre del 2021 (-4,0%); pressoché stabili nel calcestruzzo preconfezionato (-0,2%)

Sviluppo positivo delle spedizioni in Stati Uniti, Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca; rallentamento in Italia e Ucraina

Fatturato pari a 1.880 milioni (+17% rispetto al 2021) e margine operativo lordo di 365 milioni (+3,6%). Effetto cambio favorevole per 77 milioni sul fatturato e 19 milioni sul margine operativo lordo

Forte aumento dei prezzi di vendita, ma ancor più marcata inflazione dei costi, energia elettrica in particolare; conseguente peggioramento della redditività caratteristica

Per l’intero esercizio 2022, previsto un margine operativo lordo ricorrente simile, in valore assoluto, a quello realizzato nel 2021

 

Dati consolidati   Gen-Giu 22 Gen-Giu 21 % 22/21
Vendite di cemento e clinker t/000 14.233 14.833 -4,0%
Vendite di calcestruzzo m3/000 5.831 5.845  -0,2%
Fatturato €/m 1.880 1.609 +16,9%
Margine Operativo Lordo  €/m 365 352 +3,6%
Utile netto degli azionisti €/m 89 210 -57,7%
         
    Giu 22 Dic 21 Var.
Posizione finanziaria netta €/m 114 236 (121)

   

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2022.

Nel corso del primo semestre del 2022, il quadro congiunturale si è indebolito sia nei principali paesi avanzati che in quelli emergenti. In avvio d’anno e successivamente durante il secondo trimestre, a pesare sulla crescita economica sono stati dapprima il perdurare della pandemia, con la diffusione della variante Omicron del coronavirus, e in seguito le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In tale contesto, il commercio globale ha nettamente rallentato nel corso del primo trimestre, riflettendo la contrazione degli scambi con l’estero dei paesi emergenti. In particolare, le stringenti misure restrittive adottate in alcune aree della Cina hanno gravato sul suo interscambio, mentre le sanzioni internazionali hanno pesato sulle importazioni di beni dalla Russia. L’inflazione, già elevata nel corso del primo trimestre, ha continuato a crescere a un ritmo sostenuto anche durante la primavera, raggiungendo in giugno il valore più alto negli ultimi quarant’anni in Stati Uniti (9,1%), sospinta dall’accelerazione dei prezzi dei beni energetici e alimentari. Tali fattori hanno portato alla revisione al ribasso delle stime sia sulla crescita del PIL mondiale per l’anno in corso, prevista ora al 3,0% (in precedenza 4,5%), sia sull’andamento del commercio internazionale. 

Negli Stati Uniti, nel complesso dei primi sei mesi, l’attività economica ha frenato, principalmente a causa del contributo negativo delle esportazioni e della variazione delle scorte, nonostante i consumi interni e gli investimenti abbiano mostrato un andamento positivo.
In area euro, il quadro congiunturale ha risentito in maniera evidente delle tensioni connesse al conflitto in Ucraina. Nel primo trimestre, l’economia è cresciuta marginalmente, sostenuta principalmente dall’apporto della domanda estera, mentre i consumi interni e l’attività di investimento hanno ristagnato. Nel secondo trimestre, la crescita è stata ancora contenuta: la domanda interna è stata frenata dai rincari delle materie prime energetiche, mentre l’attività nel comparto industriale è stata penalizzata anche dalle difficoltà di approvvigionamento. In giugno, l’inflazione ha nuovamente toccato il valore massimo dall’avvio dell’unione monetaria (8,6%).
In Italia, dopo una marginale crescita del PIL del primo trimestre, nei mesi primaverili l’attività economica ha confermato un andamento moderatamente espansivo, grazie all’aumento dei consumi, degli investimenti e delle esportazioni. Tuttavia, l’elevata incertezza dovuta agli sviluppi dell’invasione dell’Ucraina, le difficoltà di approvvigionamento e i rincari dei beni energetici e alimentari, hanno rallentato la crescita. 

Tra i paesi emergenti, in Cina sia le misure di contrasto alla nuova ondata di contagi imposte in alcuni dei maggiori centri produttivi e logistici a partire dal mese di marzo, sia le difficoltà del settore immobiliare, hanno provocato un evidente rallentamento dell’attività economica.
In Russia, le rigide sanzioni internazionali hanno innescato una significativa contrazione del prodotto.
In Messico, nonostante il limitato interscambio con i paesi coinvolti nel conflitto russo-ucraino, il peggioramento delle prospettive di crescita dei principali partner commerciali del paese ha causato una contrazione degli investimenti privati, mentre i consumi interni hanno recuperato.
In Brasile, il primo semestre è stato caratterizzato dalle crescenti pressioni inflazionistiche che hanno rallentato la crescita economica, erodendo il potere di acquisto delle famiglie e alimentando l’incertezza, già elevata a causa delle carenze di materie prime e dell’aumento dei costi di produzione.

La decisione dell’Unione Europea, inclusa nel pacchetto di sanzioni concordato a inizio giugno, che ha seguito quella di Stati Uniti e Regno Unito di bloccare le importazioni di greggio e di prodotti affini russi, ha provocato un rialzo dei corsi petroliferi, solo parzialmente compensato dalla decisione dell’OPEC di alzare gli obiettivi di produzione per i mesi di luglio e agosto e dai timori riguardo all’indebolimento della domanda globale. I contratti futures, tuttavia, segnalano che le quotazioni del petrolio si manterranno su livelli elevati per tutto il 2022. Il prezzo del gas naturale scambiato sul mercato europeo, dopo una discesa in giugno, è tornato a risalire in seguito alla notizia della riduzione dei flussi di approvvigionamento dalla Russia verso alcuni paesi europei, fra cui la Germania e l’Italia.

La Federal Reserve, in risposta alla crescente inflazione, ha accelerato le decisioni di politica monetaria, alzando i tassi di riferimento in maggio e giugno. La BCE, invece, ha proseguito nel suo processo di normalizzazione, ponendo fine al programma di riacquisto netto di attività finanziarie e dando il via a un primo rialzo dei tassi di interesse in luglio, con un secondo atteso in settembre. Nelle economie emergenti, gli orientamenti delle banche centrali sono stati eterogenei: in Cina e Russia hanno prevalso politiche accomodanti per contrastare il rallentamento dell’attività, mentre in Brasile e Messico si sono perseguite politiche restrittive al fine di contenere l’inflazione. 

I ricavi netti del semestre sono risultati in forte avanzamento (+16,9% sul 2021) attestandosi a 1.880,0 milioni di euro contro i 1.608,7 milioni del 2021, mentre il margine operativo lordo è migliorato del 3,6%, passando da 352,5 a 365,1 milioni. L’effetto prezzi in valuta locale ha mostrato una variazione favorevole in tutti i paesi di presenza. L’andamento delle valute ha avuto un impatto favorevole netto di 76,8 milioni sul fatturato e di 19,2 milioni sul margine operativo lordo. Al netto delle variazioni nei tassi di cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 12,1% mentre il margine operativo lordo sarebbe diminuito del 1,9%.

Andamento economico e finanziario 
Le vendite di cemento realizzate dal gruppo nei primi sei mesi del 2022 si sono attestate a 14,2 milioni di tonnellate, in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2021 (-4,0%). All’andamento, nel complesso, favorevole registrato nei primi tre mesi dell’anno, è seguito un secondo trimestre in rallentamento, fatta eccezione per gli Stati Uniti e la Germania. Le variazioni negative sono emerse in Italia ed Europa Orientale, Ucraina e Russia in particolare. La produzione di calcestruzzo preconfezionato a tutto giugno è risultata invece sostanzialmente stabile, attestandosi a 5,8 milioni di metri cubi (-0,2% rispetto all’esercizio precedente). In tale settore, lo sviluppo positivo in Benelux non è riuscito a compensare le variazioni sfavorevoli in Europa Orientale, Italia, Stati Uniti d’America e Germania. 

Il margine operativo lordo consolidato è stato di 365,1 milioni, migliore (+3,6%) rispetto ai 352,5 milioni del 2021. Le variazioni dei tassi di cambio hanno avuto un impatto netto favorevole per la rivalutazione del dollaro, della hryvnia, della corona ceca e del rublo. A tassi di cambio costanti, il margine operativo lordo ricorrente del primo semestre 2022 sarebbe diminuito del 1,9%.
La redditività caratteristica ricorrente del gruppo nei primi sei mesi del 2022 è generalmente peggiorata, a eccezione della Russia e di una sostanziale stabilità in Repubblica Ceca. I costi di produzione e distribuzione hanno avuto una evoluzione molto sfavorevole; con lo scoppio del conflitto in Ucraina abbiamo assistito (soprattutto in Europa) a una ulteriore, sensibile crescita delle voci variabili (energia elettrica, combustibili, logistica, materie prime) e la persistenza dell’inflazione ha riguardato anche le spese fisse. 
Dopo ammortamenti per 124,5 milioni (121,3 milioni nel 2021) e svalutazioni delle attività fisse (avviamento riferito alla Russia) per 122,4 milioni (1,4 milioni nel 2021), il risultato operativo è stato pari a 118,1 milioni (229,7 milioni a giugno 2021). Il risultato prima delle imposte si è attestato a 119,8 milioni (erano 262,1 milioni nel 2021), considerando un contributo di 57,6 milioni dalle partecipazioni valutate a patrimonio netto (48,4 milioni nel 2021), nessuna plusvalenza da realizzo partecipazioni e oneri finanziari netti pari a 56,0 milioni (16,0 milioni nel 2021). Dopo imposte sul reddito per 31,2 milioni (52,4 milioni nel 2021) il conto economico si è chiuso con un utile netto di 88,7 milioni, rispetto a 209,7 milioni del primo semestre 2021. 

Al 30 giugno 2022, la posizione finanziaria netta attiva ammonta a 114,2 milioni, in riduzione di 121,3 milioni rispetto ai 235,5 milioni del 31 dicembre 2021. Nel semestre in esame il gruppo ha destinato 123 milioni all’acquisto di azioni proprie, distribuito dividendi agli azionisti della società per 74,1 milioni e sostenuto spese in conto capitale per complessivi 128,5 milioni. Gli investimenti in immobilizzazioni tecniche relativi a progetti di espansione della capacità produttiva o speciali sono stati pari a 4,9 milioni, riferibili alla prosecuzione dei lavori per il terzo deposito clinker a San Antonio, Texas e per un nuovo silo cemento a Geseke. Gli investimenti volti al miglioramento delle performance ambientale e alla decarbonizzazione dei processi produttivi, fra i quali rientrano gli interventi per incrementare la produzione di cementi a minor contenuto di clinker, il maggior utilizzo di combustibili alternativi e la produzione in-house di energia elettrica rinnovabile, sono stati pari a circa 18 milioni, di cui 6,5 milioni per l’impianto fotovoltaico di San Antonio, Texas. 

Italia 
Le nostre vendite di leganti idraulici e clinker si sono contratte nel corso del primo semestre (-12,4%), risentendo del calo generalizzato della domanda in maggio e giugno. Le vendite nel settore del calcestruzzo preconfezionato hanno anch’esse mostrato una contrazione, seppur meno evidente (-5,6%). I prezzi di vendita sono ulteriormente migliorati rispetto a quanto già rilevato nel corso del primo trimestre, sia nel cemento che nel calcestruzzo. Tuttavia, tali aumenti non sono stati in grado di contrastare pienamente l’inflazione dei costi di produzione.
Il fatturato delle attività italiane è stato pari a 357,9 milioni, in aumento del 17,1% (305,6 milioni nel 2021). Il margine operativo lordo dei primi sei mesi si è attestato a 35,6 milioni, superiore rispetto ai 32,7 milioni del 2021. Occorre, tuttavia, ricordare che il semestre ha beneficiato dell’effetto credito d’imposta dedicato alle imprese energivore, introdotto dal cosiddetto Decreto Sostegni-ter, del valore di circa 13 milioni di euro. I costi unitari di produzione sono cresciuti significativamente, spinti al rialzo dall’aumento dei combustibili e dell’energia elettrica, la cui spesa è più che raddoppiata.

Stati Uniti d’America
L’andamento positivo delle nostre vendite di leganti idraulici, già registrato in avvio d’anno, si è confermato anche nel secondo trimestre. I primi sei mesi hanno chiuso con volumi in aumento del 2,6% rispetto ai livelli dell’anno precedente. I prezzi di vendita, in valuta locale, hanno mostrato un buon progresso. La produzione di calcestruzzo preconfezionato, presente essenzialmente in Texas, ha mostrato una flessione (-6,7%) rispetto allo stesso periodo del 2021, ancora penalizzata dalla carenza di personale addetto alla distribuzione. In generale, stiamo affrontando sfide assai complicate per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, quali elevato turnover, carenze di manodopera e aumenti salariali.
Il fatturato ha raggiunto così i 726,5 milioni di euro, in aumento del 21,3% rispetto ai 599,0 milioni dei primi sei mesi del 2021, favorito dall’apprezzamento del dollaro (9,3%). Il margine operativo lordo è risultato invece stabile, passando da 181,6 a 180,6 milioni di euro. Su tale dato hanno impattato le difficoltà operative rilevate nel settore del calcestruzzo e l’aumento significativo di tutte le voci di costo, fisse e variabili, in particolare i combustili, più che raddoppiati, l’energia elettrica, oltre ai materiali d’acquisto, i trasporti e le manutenzioni. Al netto dell’effetto cambio, la variazione del fatturato sarebbe stata del +10,0%, mentre il margine operativo lordo sarebbe diminuito del 9,8%. 

Europa Centrale
In Germania, dopo il buon progresso registrato in avvio d’anno, i volumi di vendita hanno rallentato nel secondo trimestre, in linea con l’andamento dell’attività nel settore costruzioni. Nel complesso dei primi sei mesi, le nostre vendite di cemento hanno chiuso in rialzo (+7,3%) rispetto al 2021, con prezzi in netto rafforzamento. Il settore del calcestruzzo preconfezionato ha registrato una produzione in aumento (+5,6%) rispetto allo stesso periodo del 2021, con prezzi anch’essi in miglioramento.
Il fatturato complessivo è stato di 392,9 milioni (341,7 milioni nel 2021), in aumento del 15,0% mentre il margine operativo lordo si è attestato a 64,5 milioni (60,6 milioni nel 2021, +6,5%). I costi unitari di produzione sono cresciuti, a causa dell’aumento della spesa per combustibili, mitigata dall’elevato utilizzo di combustibili alternativi, ed energia elettrica, oltre a un leggero peggioramento delle voci fisse.

In Lussemburgo e Paesi Bassi, le nostre consegne di cemento, comprese le esportazioni, dopo il progresso in avvio d’anno, hanno chiuso il primo semestre ancora in crescita (+2,6%), nonostante un leggero rallentamento della domanda in maggio e giugno. I prezzi hanno avuto uno sviluppo favorevole. I volumi di produzione del settore calcestruzzo preconfezionato sono cresciuti (+15,1%), con prezzi in miglioramento.
Il fatturato è risultato pari a 116,4 milioni, superiore a quello dell’esercizio precedente (100,6 milioni). Il margine operativo lordo è peggiorato passando da 6,9 milioni realizzati nel 2021 a 4,8 milioni del periodo in esame. Infatti, l’aumento dei combustibili ed energia elettrica, a un livello quasi doppio rispetto al 2021, ha provocato un visibile peggioramento dei costi della produzione.

Europa Orientale
In Repubblica Ceca, le vendite di cemento, dopo il netto progresso registrato in avvio d’anno, nel secondo trimestre hanno rallentato, in linea con l’andamento dell’attività nel comparto delle costruzioni. Nel complesso del periodo in esame, i volumi di vendita hanno chiuso comunque in avanzamento (+3,2%), con prezzi medi in valuta locale in netto aumento. La divisione calcestruzzo preconfezionato, che comprende anche la Slovacchia, ha realizzato livelli di produzione in leggero progresso (+1,0%) associati a una variazione favorevole dei prezzi.
Il fatturato complessivo si è attestato a 96,7 milioni, in aumento (+20,2%) rispetto a 80,4 milioni nel 2021, mentre il margine operativo lordo è passato da 23,4 milioni del 2021 a 29,4 milioni del periodo in esame. A parità di cambi, fatturato e margine operativo lordo sarebbero risultati rispettivamente in crescita del 15,1% e del 19,6%. I costi unitari di produzione, in valuta locale, sono peggiorati a causa dell’andamento fortemente negativo dei combustibili (quasi raddoppiati rispetto al 2021), mentre l’energia elettrica ha registrato un incremento più contenuto. 

In Polonia, le quantità di cemento vendute dal nostro stabilimento produttivo, dopo il significativo aumento rilevato in avvio d’anno, hanno chiuso il primo semestre comunque in buon progresso (+10,4%), nonostante la contrazione registrata in maggio e giugno, riferibile sia a un generalizzato calo della domanda sia al confronto con lo stesso periodo del 2021, quando l’andamento dei volumi era stato particolarmente brillante. Il livello medio dei prezzi di vendita, invece, ha mantenuto una certa solidità per l’intero semestre. La produzione di calcestruzzo preconfezionato ha mostrato anch’essa uno sviluppo (+6,3%), accompagnata da un miglioramento dei prezzi, sempre in valuta locale.
Tali dinamiche di mercato hanno condotto a un fatturato in euro di 68,4 milioni, in aumento (+27,3%) rispetto a 53,7 milioni nel 2021, mentre il margine operativo lordo è passato da 16,2 a 17,6 milioni (+8,8%). La svalutazione dello zloty (-2,2%) ha comportato un effetto cambio negativo: a parità di condizioni i ricavi sarebbero risultati in aumento di 30,1% e il margine operativo lordo in crescita del 11,2%. Il visibile peggioramento dei costi unitari di produzione, in valuta locale, è da ricondursi principalmente all’aumento significativo della componente energetica, con combustibili ed energia elettrica più che raddoppiati rispetto allo scorso esercizio.

In Ucraina, a fine febbraio, con l’avvio dei combattimenti, siamo stati costretti a sospendere l’attività di produzione e vendita in entrambi i nostri stabilimenti. Verso fine marzo, con il riposizionamento del conflitto nella zona orientale e sud-orientale del paese, l’attività è ripresa presso lo stabilimento di Volyn, nel nord-ovest, mentre presso lo stabilimento di Nikolayev, nel sud, ha continuato a rimanere interrotta. Nel complesso del semestre, i volumi di vendita si sono sostanzialmente dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2021. I prezzi di vendita, in valuta locale, hanno mostrato un deciso incremento.
Il fatturato complessivo è stato pari a 28,3 milioni, in contrazione del 44,5% (51,0 milioni nel 2021), mentre il margine operativo lordo è risultato negativo per 3,5 milioni, a fronte di un risultato positivo di 5,6 milioni nel primo semestre 2021. L’apprezzamento della valuta locale (5,2%) ha avuto un impatto favorevole sulla traduzione dei risultati in euro: al netto dell’effetto cambio la variazione del fatturato sarebbe stata del -47,4%, mentre il margine operativo lordo sarebbe stato ancor più negativo. La caduta dei volumi è stata accompagnata da un forte peggioramento dei costi di produzione, sia per quanto riguarda le voci variabili sia quelle fisse. 

In Russia, a causa delle sanzioni imposte al paese da parte delle istituzioni europee, abbiamo deciso di cessare qualsiasi coinvolgimento operativo nell’attività svolta dalla controllata SLK Cement nel paese. Di conseguenza le decisioni afferenti all’investimento possono essere prese solo attraverso l’assemblea degli azionisti e sono limitate a quelle che, in base al codice commerciale della Russia, spettano a tale organo. Ulteriori iniziative strategiche nel paese sono state sospese. 
Nel corso del primo semestre del 2022, il fatturato si è attestato a 114,3 milioni di euro, in aumento del 21,7% rispetto a 93,9 milioni realizzati nello stesso periodo del 2021, mentre il margine operativo lordo ha raggiunto i 36,0 milioni, in aumento del 43,0% rispetto ai 25,2 milioni del 2021. Il rafforzamento del rublo (+4,6%) ha influenzato positivamente la traduzione dei risultati in euro; al netto dell’effetto cambio, la variazione del fatturato e del margine operativo lordo sarebbe stata rispettivamente del +16,1% e del +36,4%.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
In un contesto caratterizzato dalla debolezza degli investimenti, pubblici e privati, le vendite di cemento della nostra collegata hanno chiuso il primo semestre in contrazione (-11,8%). I prezzi di vendita in valuta locale, invece, hanno registrato un buon incremento. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato si sono anch’esse ridotte, con una variazione di prezzo, sempre in valuta locale, positiva.
Con riferimento al 100% della collegata, i ricavi netti hanno raggiunto i 353,1 milioni di euro (+4,7%) e il margine operativo lordo è passato da 150,9 a 149,5 milioni di euro (-0,9%). Sulla traduzione dei risultati in euro ha influito la rivalutazione del peso messicano (+8,9%): a parità di cambio, il fatturato e il margine operativo lordo sarebbero diminuiti rispettivamente del 4,6% e del 9,7%. La quota di risultato riferita al Messico, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 34,6 milioni (33,6 milioni nel 2021).

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
Secondo l’aggiornamento delle stime più recenti, l’attività di costruzione dovrebbe rallentare nel corso del 2022, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dei costi di costruzione, dell’aumento dei tassi di interesse e del rallentamento della crescita economica. In tale contesto, le vendite di cemento della nostra joint venture, beneficiando anche del contributo aggiuntivo delle cementerie ex-CRH acquisite in aprile 2021, hanno mostrato un deciso progresso (+19,7%), con prezzi di vendita in netto aumento. A parità di perimetro, tuttavia, i volumi di vendita si sarebbero contratti, penalizzati dal rallentamento della domanda.
Il fatturato, con riferimento al 100% della collegata, si è attestato a 179,6 milioni, in aumento del 68,7% rispetto ai 106,4 milioni del 2021, mentre il margine operativo lordo ha raggiunto i 46,6 milioni (erano 37,0 milioni nel 2021). L’apprezzamento del real brasiliano (+14,4%) ha influito sulla traduzione in euro dei risultati: a parità di cambio e di perimetro, il fatturato sarebbe cresciuto del 13,4% e il margine operativo lordo sarebbe diminuito del 8,0% rispetto al 2021. La quota di risultato riferita al Brasile, compresa nella voce di bilancio in cui confluiscono le valutazioni al patrimonio netto, ammonta a 17,6 milioni (9,2 milioni nel 2021).

Evoluzione prevedibile della gestione
A tutto giugno 2022, i risultati operativi consolidati, in valore assoluto, hanno sostanzialmente confermato il livello del periodo precedente. Il gruppo, infatti, ha beneficiato di una domanda generalmente solida, favorita dal buon livello di attività nel settore costruzioni, nonostante i risvolti negativi della guerra in Ucraina abbiano causato un rallentamento in Europa durante il secondo trimestre, particolarmente evidente in Italia, Polonia e Repubblica Ceca. L’andamento molto penalizzante dei costi di produzione, soprattutto quelli riferibili alle componenti variabili, ha reso indispensabile trasferire sui prezzi di vendita l’aggravio. Nonostante i forti aumenti di prezzo realizzati, abbiamo assistito a una continua pressione sui margini, con la redditività caratteristica in diminuzione dal 22% al 19%. 

Le stime più recenti evidenziano che la frenata del ciclo economico, già osservata in primavera, possa protrarsi anche nella seconda parte del 2022, influenzata dai continui rialzi dei prezzi delle materie prime, energetiche e no, e dall’accresciuta incertezza sullo sviluppo degli investimenti privati. Tali dinamiche dovrebbero impattare anche l’attività nel comparto delle costruzioni che, nella seconda parte dell’anno, è prevista rallentare, prevalentemente nelle aree più esposte ai rischi di approvvigionamento delle forniture. In particolare, desta particolare preoccupazione la situazione in Italia, dove il costo dell’energia elettrica ha raggiunto livelli impensabili, con ricadute significative sulle imprese energivore e anche sugli investimenti in costruzioni. 
Guardando, quindi, alla seconda parte dell’anno riteniamo che i nostri volumi di vendita possano essere penalizzati dalla contrazione dell’attività edilizia in Italia ed Europa Centrale, dovuta all’attenuazione della spinta nel comparto residenziale, sui cui gravano i maggiori costi di finanziamento e di costruzione, e a qualche ritardo nell’attuazione dei piani di sviluppo infrastrutturale. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, riteniamo che l’attività edilizia, e di conseguenza anche la domanda di cemento, continui a essere robusta anche nel secondo semestre, nonostante le previsioni sulla dinamica del comparto residenziale indichino come probabile un rallentamento.
Rispetto alle ipotesi che avevano guidato le previsioni pubblicate alcuni mesi fa, una risoluzione negoziale del conflitto tra Russia e Ucraina sembra sempre più lontana. Tra le note favorevoli, invece, da segnalare l’inattesa rivalutazione del rublo (tornato ai livelli del 2015) e il rafforzamento del dollaro.

In conclusione, sulla base delle considerazioni sopra espresse riteniamo di migliorare le indicazioni fornite in precedenza al mercato e prevediamo che il margine operativo lordo ricorrente dell’intero esercizio 2022 possa raggiungere un livello simile a quello dell’esercizio precedente. 


Prestiti obbligazionari
Nel periodo dal 1 gennaio al 30 giugno 2022 non sono stati emessi nuovi prestiti obbligazionari.
Nei 18 mesi successivi al 30 giugno 2022 è previsto in data 28 aprile 2023 un rimborso in linea capitale di 500 milioni di euro riferiti all’Eurobond “Buzzi Unicem €500.000.000 2,125% Notes due 2023” emesso dalla capogruppo Buzzi Unicem SpA nel 2016.

Revisione della struttura societaria
Il Consiglio di Amministrazione ha avviato un progetto di revisione della struttura societaria, che prevede di separare le attività operative del cemento in Italia dalle attività di indirizzo e coordinamento strategico svolte dalla capogruppo nei confronti delle società attive nei vari paesi in cui Buzzi Unicem opera.
Il progetto, interno all’area di consolidamento, ha l’obiettivo di rendere la struttura societaria di Buzzi Unicem coerente con l’evoluzione della struttura organizzativa e la natura internazionale del gruppo.
Si prevede che l’operazione sia attuata mediante il conferimento in natura del ramo d’azienda afferente alle attività operative del cemento Italia a favore della società Buzzi Unicem Srl, il cui capitale sociale è detenuto interamente e direttamente da Buzzi Unicem SpA. A seguito del conferimento, la capogruppo quotata continuerà ad occuparsi della definizione e dello sviluppo degli indirizzi e del coordinamento strategico per tutte le controllate. 
L’esecuzione dell’operazione è previsto che avvenga entro la fine del 2022, con efficacia del conferimento a decorrere dal 1° gennaio 2023.
Si segnala, infine, che ai sensi del Regolamento Consob n. 17221/2010 (Regolamento OPC) la società conferitaria è parte correlata di Buzzi Unicem in quanto interamente detenuta dalla stessa. L’operazione non sarà, tuttavia, soggetta alle procedure informative e autorizzative relative alle operazioni con parti correlate in virtù dell’esenzione di cui all’art. 14, comma 2, del Regolamento OPC e dell’art. 6, sez. III della Procedura per operazioni con parti correlate della società, trattandosi di operazione con società interamente controllata. Conseguentemente Buzzi Unicem non pubblicherà un documento informativo ai sensi dell’art. 5 del Regolamento OPC.
Parimenti non è prevista la pubblicazione di un documento informativo ai sensi dell’art. 71 del Regolamento Emittenti, in quanto operazione effettuata con società interamente controllata e comunque Buzzi Unicem ha esercitato la facoltà di derogare all’obbligo di pubblicazione dei documenti informativi ai sensi del citato art. 71.”

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.


Contatti societari:
Segreteria Investor Relations
Ileana Colla
Phone. +39 0142 416 404
E-mail: icolla@buzziunicem.it

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I risultati del primo semestre 2022 saranno illustrati nel corso di una conference call che si terrà oggi, mercoledì 3 agosto alle ore 16:30. Per partecipare comporre il n. +39 02 802 09 11.
 

Risultati al 30 giugno 2022